Il puzzle Genoa che non va mai a posto

(...) Così il disimpegno totale di Enrico Preziosi, magari annunciato sulla base di qualche sentito dire, non è sostenibile a fronte di quello che il presidente sta facendo in sede di mercato di riparazione. Che sembra sia davvero tanta roba per l'attuale situazione del calcio italiano.
Mettere sul banco degli imputati il nuovo tecnico Luigi Delneri è un atto dovuto. Innegabile che con lui in panchina il Genoa abbia perso anche quel gioco che almeno a tratti si vedeva con De Canio. Senza contare poi i punti, sempre più un miraggio. Il mister non ha saputo dare un'impronta alla squadra. I giocatori non sbagliano i movimenti, semplicemente non li fanno. Non sbagliano l'esecuzione di un passaggio, semplicemente non sanno cosa fare. Però persino senza un allenatore in panchina, gli undici professionisti che scendono in campo farebbero meno peggio di così. Quindi sarebbe riduttivo pensare solo alle pur gravi colpe del mister. Un mister che, se non viene cambiato almeno fino a domenica, non è certo per una questione economica, visto che una retrocessione sarebbe assai più devastante di uno stipendio in più, e che una soluzione interna (Chiappino, Liverani) o il ritorno di De Canio sarebbero a costo zero.
Si tira in ballo l'assenza di giocatori di personalità. Ma Frey, Granqvist, Borriello, Kucka, Vargas (solo per fare alcuni nomi che sono la struttura portante della squadra) sarebbero degli smidollati? In questi casi c'è il riferimento inevitabile una possibile fronda interna contro il mister. Ma dopo sei sconfitte, perché allora andare a difendere con i denti una preziosa vittoria trovata a Bergamo? Parlare di un gruppo di professionisti svogliati non può aver senso. Perché Jankovic - per prendere uno di quelli che rischia sempre questa accusa - avrà certamente limiti tattici notevoli, giocherà anche da solista come se fosse sempre in guerra personale contro l'avversario, si prenderà pure delle lunghe pause, ma se non ne avesse voglia avrebbe la possibilità di marcare visita e chiamarsi fuori per la feroce pubalgia con la quale convive da mesi. E Borriello non avrebbe dimezzato i tempi del recupero dall'infortunio.
L'errore del cambio in corsa dell'allenatore resta un punto fondamentale di svolta negativa della stagione. Un errore ripetuto per il secondo anno consecutivo, che ha portato alla rottura di fragili equilibri della squadra fino a quel momento altalenante ma dignitosa. Un errore che era stato già rischiato anche la stagione prima, quando in ogni caso Ballardini aveva portato, insieme alla scomparsa dello spettacolo, poco più che una salvezza tranquilla. Esattamente quello che stava offrendo il Genoa di Gasperini fino a quel momento.
Non c'è un solo problema, risolto il quale tutto potrebbe tornare a posto. Per questo anche la campagna di gennaio, da sola, per quanto mirata, potrebbe non bastare. E non per la situazione pur brutta di classifica. Se davvero ci fosse la svolta, questa stessa squadra con pochi ritocchi, potrebbe anche recuperare sette/otto punti sulle rivali ben più scarse tecnicamente. La conferma, ancora una volta, è nella gara di Bergamo, dove la vittoria insperata non è stata sufficiente a dare la scossa giusta. Ma è arrivata grazie a una concentrazione e a un impegno costante per tutti i novanta minuti. Probabilmente figli del ritiro prolungato.

Che non è un portafortuna, ma un modo per provare a rimettere insieme molte tessere dello stesso mosaico. Al momento non ce ne sono due incastrate tra loro. Ma chi ama i puzzle sa che il problema è mettere assieme i primi pezzi, gli ultimi vanno a posto da soli.

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