Se Don Chisciotte diventa metafora dell'impotenza di Genova

Se Don Chisciotte diventa metafora dell'impotenza di Genova

Commuoversi a teatro è raro, ma a mio parere è comunque un grandissimo valore. Ma vedere commuoversi un protagonista di uno spettacolo - protagonista totale e poi vi spiego perché - è qualcosa che lascia davvero il segno. Che commuove anche chi guarda, che riconcilia con il teatro. E pure con le lacrime.
In fondo, piangere di lacrime belle è uno straordinario spot per il nostro viaggio nella cultura come valore a Genova. Perchè, altrimenti, restano solo le lacrime amare e secche di una politica incapace di coraggio, di volare alto, di emozionarsi con la forza dei sogni e della speranza. E la politica, tutta, senza colori, oggi più che mai, a Genova è proprio questa roba qua. Che non riesco a trovare altro modo di definire che «questa roba qua».
Invece, le lacrime. Invece, la cultura e la Bellezza come antidoto, che non mi stancherò mai di scrivere che va preso a dosi sempre maggiori.

Seguitemi, perché a me è capitato un sabato pomeriggio di qualche settimana fa al teatro Modena di Sampierdarena, nell'ambito della stagione teatrale per ragazzi del teatro dell'Archivolto. Ci sono andato da papà, senza altre aspettative che quella di assistere a uno spettacolo (...)

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