Se i rapporti con le toghe li ha pure la nuova dirigente

Nel giorno dell'orgoglio, esplode la bomba. Nell'aria da tempo, fa un enorme rumore e zittisce l'aula del consiglio regionale, dove per la prima volta viene affrontato il caso del nuovo capo di gabinetto del presidente Rosario Monteleone. Da poco più di una settimana il ruolo è affidato ad Afra Serini, già funzionaria alla Provincia di Genova e arrivata in poco tempo ai vertici della gerarchia dei dipendenti regionali. Con relative super gratificazioni di stipendio.
Ma il problema è un altro, perché il suo caso viene messo in relazione con i rapporti tra magistratura e politica. Entra nel discorso il capogruppo del Pdl Marco Melgrati, ricordando che un collega, Alessio Saso, era stato costretto a dimettersi dalla presidenza della commissione Controlli, perché raggiunto da un avviso di garanzia nell'ambito di un'inchiesta sui rapporti tra politica e criminalità organizzata. In particolare, tre politici liguri venivano citati in intercettazioni e indagini legate a esponenti della criminalità calabrese. Oltre a quello di Alessio Saso erano venuti a galla i nomi di Rosario Monteleone, presidente Udc del consiglio regionale, e del consigliere comunale Pdl Aldo Praticò. Di loro parlavano persone poi risultate indagate o addirittura arrestate. Con loro avevano contatti a diverso livello gli stessi politici. A Saso, ad esempio, veniva contestato un accordo per ottenere voti in cambio di promesse di aiuti a due persone in realtà mai indagate per 'ndrangheta. Il presidente del consiglio regionale era invece citato da uno dei presunti boss finiti in manette che spiegava come un altro calabrese presunto capo malavitoso volesse «appoggiare Monteleone, adesso questo qua gli ha promesso un posto di lavoro al genero». Frasi che avevano messo a rumore la politica regionale.
Ma che c'entrano con i fatti nuovi di Marylin Fusco? Saso coglie al volo l'assist di Melgrati e incalza: «Io sono indagato per fatti che sono meno gravi di un abuso edilizio. Ma dalle ultime indiscrezioni ho capito che non dovevo essere l'unico a dimettermi. Ci sono anche in quest'aula persone che sono tigri assatanate quando sono di fronte a un debole, ma non altrettanto quando sono davanti uno forte. Ho visto interrogazioni per cose da mille euro, per altre cose ben più gravi, nulla».
Tocca a Rixi avvicinarsi e ricordare «un recente articolo sul quale credo sia giusto che qualcuno relazioni in consiglio». L'articolo in questione è riferito proprio all'inchiesta sui contatti tra politici e 'ndrangheta. Raffaella Della Bianca rompe gli indugi e dice a chiare lettere il problema: «Qui si parla di opportunità politica delle dimissioni di Marylin Fusco. Ma opportunità politica è anche che si faccia capo dell'ufficio di gabinetto la moglie del magistrato che sta indagando su alcuni consiglieri. Bisogna chiarire queste cose, sennò è meglio andare tutti a casa».
Eccola la bomba. Il magistrato è Alberto Lari, pubblico ministero che sostiene l'accusa nei confronti di Aldo Praticò e Alessio Saso, che il 27 giugno 2011 ricevono l'avviso di conclusione indagini, al contrario dell'altro nome eccellente citato, cioè Rosario Monteleone. La moglie del magistrato è proprio Afra Serini. Che dalla Provincia di Genova ha fatto domanda di trasferimento in Regione il 20 giugno 2011 ed è stata trasferita il 18 luglio 2011 senza l'istituto del «comando», una sorta di prova cui la Regione sottopone temporaneamente i propri nuovi dipendenti in arrivo da altri enti. Afra Serini viene assegnata all'ufficio di gabinetto di Monteleone. Dodici giorni dopo, l'1 agosto 2011, ha già un aumento di stipendio che sale a circa 13mila euro lordi al mese più premi. A fine anno, altro scatto, altri 3mila euro in più, tra busta paga e premi massimi.

Ora, da pochissimo, la moglie del magistrato è capo di gabinetto di Monteleone, con relativo aumento. Tutto regolare perché non si devono fare processi alle coincidenze. Ma in Regione tutti chiedono conto dell'«opportunità politica».

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