Se a salvare Amt sono dirigenti e quadri

(...) e la riduzione del deficit da 35 milioni di euro di inizio 2012 ai circa 21 milioni attuali. Prevista la cassa integrazione in deroga per 650 lavoratori non viaggianti, ovvero tutti tranni gli autisti. E la rinuncia dei lavoratori a due premi aziendali per 1 milione e 450mila euro. «La metà del risparmio - ha sottolineato Doria - è ottenuta grazie alla rinuncia da parte di dirigenti e quadri ad una parte della loro retribuzione variabile. Contribuiscono per il 50 per cento a questo sforzo. Nella logica che chi ha di più, fa la sua parte fino in fondo per salvare l'azienda, con decurtazioni che vanno dall'8 al 20% per i dirigenti». Stretta a cui si aggiungono anche economie e razionalizzazioni nei servizi. «Abbiamo messo la prima pietra per evitare il fallimento dell'azienda - ha ricordato il sindaco -. Una catastrofe per i lavoratori, la città e il Comune». L'accordo è stato possibile per un'assunzione di responsabilità da parte di tutti: azienda, sindacati e Tursi che hanno fatto prevalere la volontà di trovare un'intesa piuttosto che inasprire le divisioni. «La situazione resta difficile comunque, non sarà semplice nemmeno nel 2013 - continua Doria sottolineando la necessità di un atteggiamento serio degli amministratori di Amt -. Non si può giocare con le cifre e presentare una situazione più rosea di quello che è. Questo ha fatto danni enormi. Da parte nostra ci impegneremo per mantenere la centralità dle trasporto pubblico e proseguire la battaglia nazionale per avere più risorse dal governo».
Appresa, a pochi giorni dall'insediamento della nuova giunta, la situazione drammatica di Amt, il Comune a luglio ha erogato 5 milioni e 500mila euro per ripianare in prima battuta le perdite «contestualmente ha approvato in consiglio comunale una delibera che diceva ad Amt di avviare una trattativa con i sindacati per contenere i costi e salvare l'azienda», dice Doria precisando che non c'è alcun nesso temporale tra l'accordo e l'ipotesi di privatizzazione di una quota Amt. «L'obiettivo dell'accordo - continua il presidente Amt Ravera - è di evitare la liquidazione della società, non si salvarla da un destino ancora da costruire. Nell'intesa resta la clausola di un tavolo aperto per monitorare la situazione. Il 15 ottobre ci sarà il prossimo incontro».
Nessuna azione da sola è sufficiente per portare l'azienda di trasporto pubblico locale fuori da ogni pericolo, ribadisce anche l'assessore alla mobilità e traffico Anna Maria Dagnino. «Amt è partita da un deficit di 35 milioni di euro e ora siamo a meno 20. Un risparmio sulla riorganizzazione e sul costo del lavoro di 10-12 milioni di euro all'anno, è un miracolo».
Per quanto rigurda gli aumenti del biglietto e il biglietto integrato, il presidente Amt e l'assessore Dagnino sono pronti a un confronto con Trenitali. «Amt versa a Trenitalia 7,5 milioni all'anno - dice Ravera -.

È sempre stato un servizio in più non pagato». Evidente quindi che la strada debba essere quella della diversificazione del ticket: uno normale e uno integrato. E tutto lascia pensare che questa strada, se imboccata, porterà anche a un aumento del prezzo.

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