Solo tre partiti pronti a mostrare cosa mettono in conto alla Regione

(...) e aveva detto di essere pronta a fornire per ogni euro speso il rispettivo scontrino. E che ieri e a differenza degli altri colleghi, a nostra richiesta, oltre al bilancio di spesa, ha inviato anche i bonifici bancari con le voci di entrata e di uscita del gruppo, compresi i pagamenti ai dipendenti. Con tanto di nome e cognome. Oggi, la Della Bianca aprirà il libro dei conti. La stessa cosa che farà Luigi Morgillo, vicepresidente del consiglio regionale e «uomo dei conti» del Pdl, che per quanto non sia lui il capogruppo, ha ricevuto mandato da Matteo Rosso, di gestire i bilanci. «Le tiro fuori i riepiloghi delle voci A, B, C, con ricevute e fatture. Gliele faccio vedere anche tutte, se vuole», ci promette al telefono.
Infine, Ezio Chiesa, del Gruppo Liguria Viva pronto anche lui a dare tutti i numeri.
Seconda giornata di passione, dopo la bagarre esplosa martedì mattina sui rimborsi ai gruppi politici in Regione Liguria, sulla scia della tristemente nota vicenda delle spese «allegre» della Regione Lazio. Seconda puntata per cercare di capire come siano stati spesi nel dettaglio i soldi dei contribuenti. La domanda è sempre la stessa, ovvero quella di fornire i giustificativi delle uscite per ciascuna voce di spesa. Perché, nonostante i vari gruppi abbiano fornito i bilanci di spesa, le informazioni restano ancora molto generiche. E non è dato di sapere, ad esempio, cosa sia effettivamente compreso nei 19mila euro e rotti usciti dalle casse regionali per rimborsare «spese postali, telefoniche e di cancelleria non coperte dalla dotazione di servizi disposta dall'ufficio di presidenza» dell'Idv ad esempio. Oppure nei 124mila e 538 del Pd usati per convegni, seminari, iniziative, incontri sul territorio o nei 79mila e 977 spesi per radio e tv. O ancora, nei 21mila 374 euro della Lega registrati alla voce trasporti, quando i consiglieri hanno una specifica indennità. «Sì, ma solo per la Regione, poi ci sono tutti gli altri spostamenti», dice Rixi. Giusto, e allora perché non li date questi giustificativi? «Diventa una cosa immensa. Uno che va ad usare una tipografia o altro, poi si sa che quello è della Lega o del Pd, se lo fanno tutti, allora....Io le posso dire che tutto corrisponde alla legittimità. Se l'ufficio di presidenza decide di mettere a disposizione tutti i giustificativi, non mi oppongo, diverso è se li chiedo io e li do ai giornalisti. Ma se vogliamo rendere più trasparente la cosa, bisogna mettere un tetto massimo alle spese e far assumere il personale direttamente dall'ente, come in Lombardia e un revisore esterno. Presenterò una proposta di legge nei prossimi giorni. Io do tutti i giustificativi all'ufficio di presidenza. A volte metto dei freni che per legge non ci sono, se un gruppo spende 100mila euro all'anno, è tutto legale».
Seconda giornata di passione, secondo giro di telefonate. «Ci sono le voci generali, se dovessi mandare tutti i documenti, ci vorrebbe un camion - spiega Aldo Siri, capogruppo biasottiano -. Io non ho nulla in contrario a un controllo di un soggetto esterno, non ho da nascondere nessuno champagne, sono un nazionalista e uno un po' all'antica e con determinati valori. Mi creda, non avrei alcun timore a far vedere i documenti, ma faccio parte di una compagine che non so se la pensa così e non mi piace fare l'agnello sacrificale».
Nino Miceli, capogruppo del Pd, i «primi della classe» che martedì sera hanno spedito il proprio riassuntino, seguiti a ruota da Sel, è palesemente scocciato quando gli chiediamo come mai non ci sono i dettagli delle spese. «Se avremo altre comunicazioni da fare, lo faremo con il sito della Regione. La nostra telefonata finisce qui». Anche Niccolò Scialfa, alla guida dell'Idv, ci liquida in un minuto. «Non basta neanche il riepilogativo? Questo è quanto possiamo dire a termini di legge. Voi non siete un organo di controllo, ma di stampa». Il bilancio dell'Udc è l'ultimo ad arrivare e il suo capogruppo Marco Limoncini non fa una piega quando gli si domanda delle «pezze d'appoggio». «Ci sono le voci generali, non capisco dove sia il problema». Clic. Benzi (FdS), Capurro (Noi per Burlando), assenti.

La visione più fedele alla realtà e all'umore di questi giorni, forse sta nelle parole di Matteo Rossi, Sel, che martedì sera, dopo che il Pd aveva infranto il «patto del riepilogativo», si è affrettato a comunicare anche il proprio. «Guardi che i giustificativi non glieli dà nessuno, per la privacy, e perché c'è la Corte dei Conti a fare eventuali verifiche».
Nessuno, tranne Riformisti Italiani, Pdl e Liguria Viva. Per ora.

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