Tre idee per un Palazzetto a tutto sport

Tre idee per un Palazzetto a tutto sport

Si può fare, nuovo fiammante, nella fascia di rispetto di Prà, a cura del Comune, oppure si può fare, sempre nuovo, tra Sampierdarena e Cornigliano, in via Spataro, dove c’è un’area di proprietà del possibile costruttore, l’ingegnere Luigi Chiantella della società Promoint. Ma c’è anche una terza possibilità, dell’ultima ora: ristrutturare il vecchio e grande Padiglione S della Fiera. Insomma, questo benedetto Palasport, Genova lo deve assolutamente avere, e dove e come farlo dev’essere compito e competenza di Coni, il Comitato olimpico nazionale italiano, e di amministrazioni pubbliche o soggetti privati. Purché si faccia... È quanto è emerso all’unanimità ieri pomeriggio, nel convegno «Il Palazzo dello Sport a Genova: un’opportunità per il rilancio della città», organizzato da Coni Liguria e Coni Genova nella Casa delle Federazioni di viale Padre Santo. Alla presenza dei maggiori esponenti del mondo sportivo regionale e di Francesco Romussi, direttore Gestione patrimonio e consulenza impianti sportivi di Coni Servizi SpA, sono state presentate le tre diverse ipotesi di soluzione.
In particolare, Sara Armella, presidente della Fiera Internazionale, ha affascinato l’uditorio con l’idea di ristrutturare il padiglione finora solo chiamato Palasport, ma in effetti adibito a tutt’altro (esposizioni e spettacoli vari). «Ora, invece - dichiara Armella - le esigenze espositive sono ben coperte, in particolare dal nuovo Padiglione B. Quindi possiamo sederci a un tavolo e decidere una ristrutturazione assieme al Coni». Nessun accenno a costi e dettagli tecnici: «Si vedrà». Ma tanto basta per ottenere ampi consensi. Molto più ampi, comunque, rispetto al progetto illustrato (si fa per dire) dall’assessore comunale Stefano Anzalone. Il quale ha soltanto definito il sito, la fascia di rispetto, e la dimensione ottimale (meno di 8mila posti), rimandando a un altro convegno di lunedì prossimo i relativi particolari. Qualche dettaglio in più è arrivato da Giuseppe Angilletta e Francesco Rosadini della Promoint che si sono soffermati sul progetto «Via Spataro»: in questo caso, i soldi, 35 milioni di euro, ci sarebbero, ma c’è da individuare un gestore all’altezza e anche da risolvere le criticità viarie. La capienza? «Duemilacinquecento posti, per basket e volley».
«La disputa sul palasport genovese, un vero e proprio palasport, è vecchia, anzi antica - ricorda Vittorio Ottonello, presidente del Coni ligure -. In questi anni, se n’è sempre parlato molto, ma poi non si è fatto nulla. Avevamo sperato, a un certo punto, che il PalaFiumara fosse polifunzionale, che rispondesse alle esigenza delle varie discipline sportive, invece i problemi non sono stati risolti». In seguito si era parlato anche di PalaFigoi, di una «Casa dello sport» davvero polivalente, ma le speranza dell’ambiente sportivo regionale sono andate deluse. «Ora spuntano queste tre ipotesi - aggiunge Ottonello, all’unisono con l’omologo genovese Carlo Antonio Nicali -. Devo dire, innanzi tutto, che a noi fa piacere, indipendentemente dalla bontà di uno o dell’altro dei progetti, il fatto che se ne discuta finalmente con prospettive concrete. In questo senso il convegno è servito a smuovere le acque, a far capire a tutti, e specialmente a chi deve decidere, che Genova non può più aspettare. Adesso - insiste il presidente del Coni ligure - ci sono gli estremi per decidere».
A questo proposito, Ottonello ricorda anche che, dopo il suo intervento nella Sala rossa di Tursi, «il consiglio comunale ha deciso di formare una apposita Commissione sul palasport. C’è, insomma, una nuova sensibilità su un vecchio problema da risolvere al meglio». Certo, ci voglio i soldi, tanti soldi. È ancora Ottonello a precisare: «Un impianto di questo tipo può venire a costare 15-20 milioni di euro, fino a 100 milioni e più. Dipende da come lo vogliamo realizzare: non solo le piste e il campi da gioco, ma anche le infrastrutture collaterali, gli uffici, le sedi delle società sportive, e quant’altro è connesso al mondo dello sport». Infine, c’è il problema dei tempi: «Mica si può aspettare ancora tanto - conclude Ottonello -.

Genova ha bisogno di questo impianto, ma ha anche bisogno che l’impianto sia dedicato per dodici mesi all’anno allo sport, non saltuariamente a manifestazioni o eventi, magari molto seguiti, ma che con l’attività sportiva non hanno niente a che fare».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica