GEPPI CUCCIARI sul palco a furor di popolo

Qualcuno la definisce la Bridget Jones sarda, anche se in realtà, la cittadina originaria della ridente cittadina del Nuorese, Macomer, reputa poco adatto il paragone. Geppi Cucciari, una delle comiche più amate di Zelig Circus, dopo aver trionfato nell'editoria con il suo primo lavoro Meglio donna che male accompagnata e aver partecipato al film tv Attacco allo Stato, riabbraccia il suo primo amore; al teatro Ciak, dall’11 l'autoironica Geppi racconta dei suoi conflitti interiori presentando Si vive una volta. Sola. Mettendo alla berlina, attraverso il suo linguaggio sarcastico sostenuto da un'espressività incisiva, il difficile rapporto tra uomo e donna. «La solitudine prescinde da chi hai accanto; è uno stato interiore che persevera, ma io saprò aspettare». Perché non condivide la definizione di Bridget Jones sarda? «Perché lei alla fine della storia si è trovata a un bivio tra due fusti. Io rappresento una qualsiasi donna italica e spero, con questo spettacolo, di dare voce alle mie coetanee. Sono ancora lontana dal mio obiettivo, ovvero quello di creare una famiglia; è molto difficile trovare un uomo che ti faccia ballare come le onde del mare, che ti faccia perdere l'abitudine di guardare l'orologio. Del resto noi donne siamo più numerose degli uomini e questa realtà ha delle serie ripercussioni sul sociale: ecco perché sono single». Lo spettacolo è un monologo che affronta la vita delle trentenni single.
A parte la questione numerica, perché è così difficile trovare un uomo?
«Per quanto mi riguarda non ho l'esigenza di un uomo ideale ma di un rapporto ideale. Quando due unità si uniscono raggiungendo un equilibrio, ecco raggiunto il traguardo».
La sua ottica è molto femminista e sembra non apprezzare molto gli uomini.
«Non c'è dubbio che il mio sia uno spettacolo uterino, nato da riflessioni attorno a esperienze di vita vissuta, mia e di care mie amiche. Ma sia chiaro, sono una comica, non una sociologa. Si parte parlando di rapporti visti nella reciproche colpevolezze».
Perché gli uomini dovrebbero assistere allo spettacolo?
«Porto in scena il punto di vista femminile nell'osservazione di comportamenti sia di donne, sia di uomini; questi ultimi possono convenire che tutto è vero. Comunque sono assolutamente bipartisan nel valutare le cose e non è vero che considero gli uomini degli idioti e degli insensibili. Io gli uomini li amo; anzi, vorrei».
Che cosa, secondo lei, la differenzia dalle altre comiche?
«Io sono reale, non interpreto un personaggio: sono me stessa. Prendo comunque le distanze dalla volgarità che credo non si addica al genere femminile».
Qualcuno dice che è invidiosa delle donne accompagnate?
«Spero che la gente consideri il mio quoziente intellettivo superiore.

Mi diverto con sarcasmo, autoironia e umorismo a volte pungente a raccontare le dinamiche quotidiane tra uomini e donne. Del resto, sono le donne che stanno zitte a rappresentare l' elaborazione del male».
Si vive una volta. Sola
al teatro Ciak (02-76110093)
dall’11 al 14 gennaio

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