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La Germania adesso è nelle mani di un’Angela

Il Parlamento le concede la fiducia, ma 49 deputati della maggioranza a sorpresa hanno votato contro

La Germania adesso è nelle mani di un’Angela

Salvo Mazzolini

da Berlino

E alla fine Angela Merkel, la ragazza venuta dall’Est entrata in politica dalla porta di servizio dopo la caduta del Muro, ce l’ha fatta. Dopo due mesi di incertezze, colpi bassi e scontri con alleati e avversari, ha vinto la sua battaglia più difficile e ieri il Parlamento l’ha incoronata Bundeskanzlerin, Cancelliera della Germania federale. Un’incoronazione subito entrata nella storia. Perché è la prima volta che una donna occupa la poltrona più ambita del potere politico in un Paese in cui la politica è, o meglio era, fortemente maschilista. Perché è la prima volta che chi governa la Germania viene dalla parte Orientale ed ex-comunista del Paese. E perché il suo è un governo atipico, una grande coalizione metà di destra e metà di sinistra, frutto del voto del 18 settembre che ha registrato la quasi parità tra i due maggiori partiti tedeschi, avversari per lunghi decenni e da ieri costretti a collaborare. L’incoronazione avvenuta nello storico edificio del Reichstag, sede del Bundestag (la Camera elettiva del Parlamento) era scontata data l’ampia maggioranza di cui dispongono, messi insieme, i due partiti della nuova coalizione, i cristianodemocratici (Cdu) e i socialdemocratici (Spd) che nei giorni scorsi aveva già messo a punto l’accordo su programma e ripartizione dei ministeri. Ma le sorprese non sono mancate. Sulla carta la Merkel disponeva di 448 voti e invece ne ha ottenuti 397, molto di più del minimo necessario (308) ma meno del previsto. Le sono mancati 51 voti: due dovuti ad assenze nelle file socialdemocratiche e 49 perché un gruppo di deputati della nuova maggioranza parlamentare ha votato contro la Merkel. Quasi certamente gran parte dei franchi tiratori (il voto era segreto) sono da ricercare nella sinistra socialdemocratica che non ha mai nascosto le sue preferenze per una coalizione diversa: non con i conservatori della Cdu ma con i Verdi e il Partito di Sinistra, la nuova formazione guidata da Oskar Lafontaine, scaturita dall’alleanza tra i postcomunisti e gli esuli usciti dalla Spd in polemica con la linea riformista di Gerhard Schröder. Un segnale di ribellione cui però i commentatori tedeschi non attribuiscono grande importanza. Ai tempi della coalizione rossoverde di Schröder, che si reggeva su un’esile maggioranza, la sinistra socialdemocratica era in grado di paralizzare l’azione legislativa del governo. Ora non più data la vasta maggioranza su cui si regge la Grosse Koalition.
Nella giornata del suo massimo trionfo, Angie, il sopranome della Merkel, si è alzata come sempre di buon’ora. I giornali popolari dicono che la sveglia ha suonato alle 6.45 e che subito dopo, come ogni giorno, ha preparato la prima colazione per il marito, il docente di chimica Joachim Sauer, nel piccolo e modesto appartamento in affitto che la coppia occupa a Berlino Est e dove continuerà ad abitare anche dopo che Angie è diventata la donna più potente della Germania. Alle dieci per la prima volta Angela Merkel si è seduta sulla poltrona del Bundestag riservata al Cancelliere in attesa dei risultati della votazione. Filo di perle al collo, trucco celeste appena accennato intorno agli occhi, tailleur pantaloni nero con giacca a tre bottoni di taglio severo che tanto ricorda il suo passato di insegnante di fisica. In tribuna i genitori: il padre, pastore evangelico, la madre, anche impegnata in politica ma nella Spd, il partito rivale della Cdu (il partito della Merkel). Quando il Presidente del Bundestag ha letto l’esito della votazione le telecamere hanno colto sul volto della Merkel una lieve espressione di stizza durata meno di un secondo per i voti mancanti. Ma la Merkel è un carattere forte e determinato, nella sua fulminante carriera ha superato ostacoli ben più insidiosi e si è subito ripresa passando dalla stizza ai sorrisi mentre l’emiciclo in piedi applaudiva l’insediamento dell’ottavo Cancelliere della Repubblica federale. «È un segnale forte per le donne del nostro Paese», ha detto il presidente del Bundestag, Norbert Lammert. dopo aver annunciato l’elezione. E subito dopo ha aggiunto: «Forte anche per gli uomini». Secondo la tradizione tedesca tutti i deputati, sia della maggioranza che dell’opposizione, hanno sfilato uno ad uno per congratularsi con il nuovo Capo del Governo. E il primo è stato Schröder, il suo predecessore. I due, si sa, non si amano. Schröder nel suo intimo non perdona alla Merkel di averlo battuto nella corsa per la conquista della Cancelleria. La Merkel non dimentica che Schröder, in una trasmisssione televisiva, la definì indatta a guidare la grande coalizione.

Ma la tradizione vuole che la forma prevalga sui sentimenti e la stretta di mano tra i due è stata lunga e calorosa.

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