Germania, Est Europa, Cina: tre carte per Pirelli

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Germania, Est Europa, Cina: tre carte per Pirelli

Pierluigi Bonora

da Milano

Germania sempre più centrale nelle strategie europee di Pirelli Pneumatici. Per la prima volta, alla fine di quest’anno, la fabbrica di Breuberg, nei pressi di Francoforte, raggiungerà il primato come volumi di produzione sul territorio tedesco: oltre 10 milioni di pneumatici radiali a elevate prestazioni destinati ad auto, sport utility e moto. «Questo risultato ottenuto in uno dei mercati più importanti nell’alto di gamma - spiega al Giornale Francesco Gori, direttore generale di Pirelli Pneumatici - conferma il successo della nostro prodotto e il suo posizionamento nel segmento “premium”».
«Da parte nostra - aggiunge Gori - abbiamo lavorato e investito con convinzione in Germania per essere in grado di far fronte alle esigenze dei costruttori tedeschi». Intanto la casa milanese, dopo aver avviato la produzione di gomme per camion in Cina, punta a rafforzarsi nell’Est europeo dove entro il 2006, dichiara Gori, «verrà aperto in Romania un nuovo impianto per la produzione di pneumatici vettura ad alte prestazioni».
Per Pirelli la Germania è diventata il punto focale dell’Europa?
«È il cuore del nostro business per quanto riguarda il primo equipaggiamento, grazie anche alla forte concorrenza tra le case automobilistiche. La sfida, infatti, riguarda soprattutto l’aspetto tecnologico. E proprio in questo Pirelli ha un ruolo di primo piano, anche di carattere propositivo».
Intanto, con il recente avvio della produzione in Cina, continua il piano di espansione di Pirelli in Asia...
«La Cina è una tappa importantissima. Il mercato cinese degli pneumatici è quello a più alto tasso di crescita in tutto il mondo».
E cosa ne pensa dell’India?
«Dal punto di vista della motorizzazione è un mercato molto più arretrato della Cina. In India non ci sono infrastrutture stradali e il 90% della domanda riguardante i camion è orientata sui vecchi pneumatici convenzionali. Per noi è ancora presto guardare a questo mercato. Adesso ci concentriamo sulla Cina e puntiamo a migliorare i nostri risultati industriali in Europa, Stati Uniti e Sud America. Per la Cina i piani sono di realizzare, oltre alle gomme per camion già in produzione, anche quelle per auto».
Pirelli Pneumatici, al termine dei nove mesi, ha presentato un bilancio d’esercizio positivo: in aumento sono vendite (+9,8%), margine operativo lordo (+17,7%) e risultato operativo (+25%). E alla fine del 2005 contate di anticipare, di un anno, un importante obiettivo...
«Sì, e lo abbiamo annunciato al recente incontro con gli analisti. Si tratta dell’obiettivo di redditività del 9% previsto, per il 2006, dal piano triennale».
Che cosa ha giocato a vostro favore?
«La crescita delle vendite nel mondo con una maggiore accelerata rispetto alle previsioni. In pratica, la crescita media annua è stata intorno all’8%, il doppio di quanto ci aspettavamo. Il segreto? Il continuo spostamento del prodotto nell’alto di gamma in tutti i settori».
Il mercato generale è in crisi: Michelin, Bridgestone e Goodyear-Dunlop, i colossi del settore, soffrono. Pirelli, invece, sembra andare controcorrente...
«Chi è più piccolo, probabilmente, è anche più abile a cogliere le variazioni delle tendenze del mercato. In questo modo è possibile anticipare i rivali del settore».
Quanto inciderà la pesante crisi della Gm sul business Usa?
«Nulla. Negli Usa equipaggiamo veicoli Cadillac e Saab, questi ultimi prodotti in Europa».
Intanto la Fiat si sta riprendendo...
«A Torino hanno fatto scelte aggressive e competitive».
Nei giorni scorsi Michelin ha lanciato l’allarme contraffazioni: dall’Asia arrivano pneumatici «taroccati»...
«Noi siamo vittima di questo fenomeno da più di dieci anni. Siamo stati i primi a essere presi di mira dall’industria cinese della contraffazione, soprattutto nelle gomme per camion.

Ma la forza del marchio Pirelli e la qualità delle prestazioni legate a un prodotto ad alto contenuto tecnologico, come il nostro, rappresentano per noi una garanzia. Permettono infatti di fare percepire subito la differenza ai nostri clienti, soprattutto a quelli esperti e attenti alla qualità dei prodotti, come ad esempio i camionisti».

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