Cesare Geronzi, da leader della finanza nazionale, tende la mano al governo, che ha agito bene contro della crisi. Anche se occorre accelerare sulla ripresa. Mentre vanno bacchettati i molti banchieri che sono tornati a esagerare con i derivati. È il richiamo alle regole il fulcro della lectio magistralis che il presidente delle Generali ha tenuto ieri allUniversità La Sapienza di Roma.
Nel discorso, in calendario da tempo ma preparato e limato fino alla vigilia, Geronzi rifiuta la «parola declino» e sottolinea lurgenza di pensare allo sviluppo, così da promuovere «maggiore produttività e competitività». La leva su cui agire sono le «riforme di struttura», compreso il rilancio delle infrastrutture e «un forte sostegno alla ricerca» in modo da «gareggiare ad armi pari nella scena internazionale e dare un avvenire ai giovani».
Il banchiere romano non è poi preoccupato per il momento di «instabilità» politica in cui versa il Paese: «Lho vissuta per tanti anni. Ricordo linstabilità degli anni Settanta, politica e sociale, con le pallottole per strada, e ne siamo usciti. Non vedo perché essere pessimisti, la politica trova sempre i tempi per laggiustamento».
Quindi arriva lapertura, anche se di misura, al lavoro svolto dal ministro dellEconomia Giulio Tremonti, i cui buoni rapporti funzionano a corrente alternata. Ebbene ieri Geronzi ha dato atto al governo di aver «correttamente salvaguardato lequilibrio della finanza pubblica». Bene sia le misure anti-crisi adottate, sia lidea di introdurre due diverse aliquote fiscali per il sistema bancario, una per lerogazione del credito, laltra più salata per la finanza. La finalità anti-speculativa della riforma è quindi condivisa da Geronzi che prima delle Generali sedeva alla presidenza dellunica grande banca daffari del Paese: Mediobanca. Molti istituti «non hanno preso atto di quello che è successo», ha detto Geronzi soffermandosi su gruppi come il colosso francese Société Générale «che sono tornati ad operare nel sistema finanziario in modo esagerato». Per questo la stretta di Basilea 3, che imporrà alle banca maggiori vincoli patrimoniali, è «assolutamente necessaria». Il lungo periodo di transizione consentirà comunque «un atterraggio morbido» e i vantaggi supereranno gli oneri», ha assicurato Geronzi che non vede per lItalia «elementi di significativa preoccupazione per il credito alle famiglie e alle imprese».
Buone notizie su casa propria: nel 2010 si profila «un buon risultato» per Generali. Il banchiere ha poi ricostruito il suo passaggio a Trieste, voluto dagli azionisti come premio per la ritrovata pace con i francesi sullasse Mediobanca-Generali. «Mi ci hanno mandato, nella sostanza», ha detto Geronzi agli studenti.
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