Giallo in Francia: scomparsi documenti del caso Clearstream

I giudici denunciano la sparizione degli atti: il sospetto è che qualcuno abbia aiutato Villepin in difficoltà con Sarkozy

Giallo in Francia: scomparsi documenti del caso Clearstream

Alberto Toscano

da Parigi

Il ministro dell’Interno Nicolas Sarkozy va, come parte lesa, dal magistrato a chiedere giustizia. Il primo ministro Dominique de Villepin dice di sperare nella comprensione dei suoi compagni di partito. La ministra della Difesa Michèle Alliot-Marie chiede la fine dei colpi bassi in seno all’Union pour un Mouvement populaire (Ump), la formazione - presieduta da Sarkozy - che ha la maggioranza assoluta in Parlamento. Due magistrati denunciano la scomparsa di importanti documenti sull’inchiesta che contrappone tra loro Sarkozy e Villepin. Un settimanale satirico assesta al premier un colpo che potrebbe rivelarsi devastante. E intanto il presidente della Repubblica Jacques Chirac tace e non sa che pesce pigliare, limitandosi a smentire «categoricamente» di avere un conto bancario in Giappone, come scritto dal settimanale satirico Le Canard Enchaîné. Questo è il quadro - confuso e tesissimo - dell’attuale situazione francese.
Lo «scandalo Claerstream», dal nome di una banca lussemburghese, è una storia di falsi fondi neri, giunti - secondo lettere anonime del 2004 - a centinaia di esponenti del centrosinistra e del centrodestra. Tutti? No, non tutti. Dall’elenco delle vittime dell’anonimo delatore mancano Villepin e i suoi più stretti collaboratori. Buona parte della stampa francese si è fatta un’idea molto precisa: in vista delle elezioni presidenziali della primavera 2007 il team dei fedelissimi di Villepin (che è a sua volta un fedelissimo di Chirac) avrebbe cercato nel 2004 di screditare soprattutto Sarkozy. Perché proprio lui? Perché era - e a maggior ragione è oggi - il più credibile candidato del centrodestra all’Eliseo. Benché facciano tutti parte dello stesso partito, Sarkozy è visto come una serpe in seno da Chirac e come un avversario da Villepin. Bisognava eliminarlo a tutti i costi.
Oggi la stampa impallina Villepin e i suoi più stretti collaboratori. La notizia più clamorosa viene da Le Canard enchaîné, che getta l’ombra del sospetto su Jean-Louis Gergorin, ieri braccio destro di Villepin e ora alla testa del gruppo aeronautico franco-tedesco Eads, che controlla Airbus. Secondo Le Canard enchaîné, il 30 aprile 2004 Gergorin si presentò al giudice Renaud van Ruymbeke, che indagava su una vecchia storia di (vere) tangenti, allo scopo di depistarne - grazie a false rivelazioni - le indagini a spese dei rivali di Villepin. Lo stesso magistrato ricevette allora le lettere anonime - scritte da quello che la stampa francese chiama «il corvo» - secondo cui Sarkozy aveva intascato le tangenti e aveva conti segreti sia alla banca Clearstream sia in un istituto di credito italiano.
Le indagini di Van Ruymbeke appurarono l’innocenza di Sarkozy, ma la vicenda non ha fatto scandalo fino a qualche settimana fa, quando un generale dei servizi segreti Philippe Rondot ha ammesso d’aver ricevuto due anni fa da Villepin e Gergorin l’imbeccata a indagare su Sarkozy. Adesso moltissimi francesi sono convinti che Gergorin - l’uomo tanto importante per Eads e per Airbus - non sia altri che il «corvo».
Intanto il quotidiano Le Monde dà un annuncio che la dice lunga sullo stato attuale delle istituzioni transalpine: i giudici parigini Jean-Marie d’Huy e Henri Pons, che hanno in mano l’indagine per «calunnie» e «falsa denuncia» a proposito della montatura del 2004, hanno denunciato il 27 aprile (ma la notizia era rimasta finora segreta) la scomparsa di documenti importanti. I due magistrati hanno trasmesso il loro dossier completo alla procura di Parigi, che ha un rapporto strettissimo col ministero della Giustizia. Il sospetto è che qualche solerte funzionario ministeriale abbia cercato di dare una mano a Villepin, primo ministro in pessime acque.
Quanto a Sarkozy, ieri è stato ricevuto dal giudice d’Huy nella sua veste di parte civile nel procedimento contro il «corvo».

Si è limitato a dire che vuole la «verità», ma i suoi rapporti politici con la coppia Villepin-Chirac sono molto tesi. Di qui l'appello della signora Alliot-Marie, che chiede ai contendenti di smetterla con le pugnalate nella schiena.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica