Le sette differenti versione fornite da Michele Misseri in relazione all’omicidio della nipote quindicenne, Sarah Scazzi, sono "tra di loro incompatibili e sovente contrapposte" e ciascuna "porta con sè una totale o parziale, ma sempre significativa, quota di ritrattazione e, con essa, un grave segnale di inattendibilità"». Questo uno dei passaggi delle motivazioni, depositate oggi, in base alle quali l’altro ieri la Cassazione ha annullato con un rinvio una delle ordinanze di carcerazione di Sabrina Misseri ordinando al Tribunale del Riesame di Taranto di rivalutare tutto il materiale indiziario e di rispondere a tutte le obiezioni della difesa di Sabrina.
I Supremi giudici, con la sentenza depositata oggi bacchettano i giudici che hanno confermato la custodia in carcere di Sabrina, non sostenendo l’estraneità della ragazza all’omicidio di Sarah, ma criticando aspramente la circostanza di aver dato retta al racconto di Michele Misseri senza "alcuna verifica dei comportamenti da lui effettivamente tenuti" e soltanto riscontrando il suo racconto con le sue stesse dichiarazioni mentre il procedimento di verifica deve essere "compiuto dall’esterno". La Suprema Corte, inoltre, accogliendo le obiezioni sollevate dalla difesa di Sabrina sui metodi usati dai magistrati nell’interrogatorio di Michele Misseri, rilevano che non è stato tenuto nel debito conto la "suggestionabilità" dell’uomo, il quale, ricorda la Cassazione, aveva già ricevuto dal Gip il richiamo "a non mentire".
Per la Cassazione, inoltre, il Tribunale del Riesame non ha dato sufficienti spiegazioni agli altri tre elementi in base ai quali, oltre alle dichiarazioni accusatorie del padre Michele, è stata incarcerata Sabrina: le dichiarazioni della sua amica Pisanò, la retrodatazione dell’orario del delitto e il movente delle gelosia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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