In effetti era un tipo un po’ eccentrico, dicono ora alla Folger Shakespeare Library di Washington. È arrivato con un pacco sotto il braccio, ha srotolato un grosso libro e ha chiesto: «Secondo voi è uno Shakespeare autentico?». Senza nemmeno aver preso appuntamento, neppure una telefonata per avvisare gli esperti della Folger, la biblioteca americana che raccoglie la collezione più importante di originali shakespeariani, ben 79 copie della prima edizione, il First Folio del 1623. Al mondo ne esistono in tutto 230 copie e non è che di solito ne piova una dal cielo, portata all’improvviso in un grosso pacco chiuso con lo spago. E la copia di quel signore non è soltanto originale: è una delle più famose, quella rubata alla biblioteca di Durham dieci anni fa, la più ricercata dai detective letterari, un tesoro nazionale inglese.
È saltata fuori così, dal nulla. Dalle mani di un signore dall’accento britannico che si presenta come uomo d’affari del Liechtenstein e racconta che è passato da Cuba, ha incontrato una famiglia che gliel’ha venduto e allora ha portato quel grosso volume a valutare e, per farlo, ha scelto i migliori del settore. L’hanno arrestato l’altro giorno dalla parte opposta dell’oceano: ora è l’unico sospetto per il furto letterario del secolo.
Appena sfogliato, il libro emana subito un odore familiare per gli esperti della Folger: profumo di Shakespeare originale. Chiedono due giorni di tempo, il signore misterioso accetta. Poi la conferma: è proprio del 1623. Ora la domanda è: quale edizione? Le prime pagine, quelle col marchio di Durham, sono state strappate, ma ci sono altri segni da scrutare. «Ce lo lasci un’altra settimana». Il signore accetta di nuovo. Poi sparisce nel nulla.
Sette giorni dopo è ufficiale: quella copia è la ricercata numero uno, il First Folio di Durham, valore 20 milioni di euro. Dalla Folger la telefonata rimbalza all’Fbi, poi all’ambasciata britannica a Washington per finire in un centralino a Durham, Nord Est dell’Inghilterra. La pista del First Folio porta a una casetta in mattoni rossi alla periferia di una cittadina della contea di Tyne and Wear, che si chiama Washington. Il cerchio comincia e si chiude tutto lì, nella città inglese che ha il nome del padre dell’America e che ogni anno festeggia l’Independence day. La leggenda dice che gli antenati di George Washington vivessero nella vecchia Old Hall. Il gomitolo si sbroglia a pochi passi di distanza, a Wigeon Close, dove Raymond Scott, detto Ray, cinquantunenne antiquario di libri, vive con la madre ottantenne. Scott viene arrestato e interrogato a lungo, lui insiste: voleva soltanto una valutazione. La polizia lo lascia andare, Scott torna alla sua casetta bifamiliare. «Un uomo gentile, solo un po’ strano» raccontano i vicini. Ha una passione per le auto di lusso, l’ultima è una Ferrari argento: ogni settimana Scott indossa occhiali da sole fascianti e vestaglia e la lustra da cima a fondo, stira persino i sedili. Poi rientra in casa, si cambia e prende l’autobus per andare a fare la spesa al supermercato.
Ora è un ladro quasi confesso. Perché ha riportato lo Shakespeare rubato proprio alla Folger Library, dove l’avrebbero beccato per forza? Forse voleva farlo autenticare e cercare di rivenderlo? Ma un antiquario non può non sapere che un First Folio non si compra e non si vende, legalmente, se non a un’asta. E poi: da quanto tempo quelle pagine erano nelle sue mani? Le ha comprate o le ha rubate lui, da quella teca della biblioteca di Durham, nel dicembre del ’98? E perché si è pentito? La polizia ha sequestrato la Ferrari e montagne di libri antichi: ci sono voluti otto camion per svuotare la casa di Scott. Dieci anni fa, con il First Folio furono rubati anche sei manoscritti.
Chissà che il destino non dia di nuovo una mano a ritrovarli. Il processo a Scott è fissato per l’autunno. A Durham sono già pronti a festeggiare il ritorno del First Folio. Per loro non c’è giallo, è tempo solo di commedia. Tanto rumore per nulla, alla fine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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