Giampaolo: «Tornare a Cagliari? No, la dignità non ha prezzo»

I sardi esonerano Sonetti e richiamano l’ex tecnico che però risponde picche

«Dignità e orgoglio non hanno prezzo». Un messaggio chiaro con il quale Marco Giampaolo ha rifiutato di tornare sulla panchina del Cagliari. Cellino lo aveva richiamato in tutta fretta ieri mattina dopo che Sonetti si era dimesso in assenza di garanzie tecniche.
Quello di richiamare allenatori a contratto è diventato il brutto vizio dei presidenti di club (clamoroso il caso di Guidolin, ritornato per quattro volte al Palermo di Zamparini). Ma stavolta Giampaolo ha deciso di interrompere la catena: meglio rinunciare ai soldi (tanti) che avrebbe percepito grazie all’accordo firmato fino al 2010 piuttosto che lavorare di nuovo per un patron con il quale non c’era più feeling. Così ha staccato il cellulare e il suo unico referente è stato il suo legale Piero Olla. «Sono nel calcio dal ’75 e in oltre trenta anni non mi era mai successo di vedere un allenatore che rinuncia ad un contratto cospicuo - ha commentato Olla -. Lui non aveva intenzione di tornare per poi farsi trattare in un certo modo, anche memore di quanto successo l’anno scorso». Giampaolo era stato esonerato il 13 novembre scorso dopo una partita non giocata (Roma-Cagliari rinviata nella domenica della morte di Sandri), ma già a fine 2006 aveva avuto il benservito per poi tornare al posto del suo sostituto Colomba solo due mesi più tardi. E l’allenatore, secondo fonti ben informate, aveva già da tempo contattato un dirigente sardo per cercare di svincolarsi dal club.


«Giampaolo? Lo richiamerò solo se saremo retrocessi», aveva detto Cellino dopo l’1-4 rimediato a Empoli il 9 dicembre scorso. Evidentemente pensava che fosse già in B. Ma non aveva fatto i conti con la dignità e l’orgoglio di Giampaolo.

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