Valeria Arnaldi
Allarme pubblicità. È troppa, a volte di scarsa qualità, spesso «ingannevole» e ora, perfino, troppo sexy. A lanciare lallarme è la segreteria romana del Codacons, che punta lindice contro il manifesto di un centro estetico colpevole di aver scelto, per promuovere un ciclo di cure contro la cellulite, limmagine di una donna di spalle, le gambe aperte e un curvilineo fondoschiena nudo e bene in vista. Non solo. Lazienda ha, infatti, deciso di farne una pubblicità «in movimento», affiggendo il manifesto su numerosi mezzi pubblici.
A preoccupare il Codacons non è solo la possibile ingannevolezza del messaggio, quanto il suo effetto distraente. Come a dire che le donne, «incantate» da quei glutei modello, potrebbero perdere dei soldi. Gli uomini, invece, la testa. «Una immagine come quella riportata sui bus - si legge in un messaggio dellAssociazione - rischia di far distrarre gli automobilisti. Insomma cè il rischio che la pubblicità possa rappresentare un pericolo per gli uomini alla guida, provocando incidenti a catena». Un pericolo solo per il sesso maschile, quindi. Almeno per ora. La nota prosegue, infatti, segnalando che «la stessa cosa potrebbe avvenire se ci fosse una immagine maschile in grado di attirare lattenzione delle donne guidatrici».
Non è la prima volta che la pubblicità fa discutere. Recentemente Oliviero Toscani, ne ha pensata unaltra delle sue, scegliendo, per pubblicizzare una linea dabbigliamento, di fotografare due gay in atteggiamenti di carattere ostentatamente sessuale. I manifesti sono stati vietati dal Comitato di Controllo dellIstituto dellautodisciplina pubblicitaria, ma senza effetto retroattivo: quelli già affissi, rimangono dove si trovano, malgrado lo scontento di molti romani, preoccupati per limpatto che limmagine potrebbe avere sui loro figli. Ancora una volta, a vincere è la pubblicità e a perdere è la capitale che dai cartelloni, regolari o abusivi è sommersa. Per cercare di contrastare linvasione, se non altro di quella illecita, il Comune ha deciso di istallare rivestimenti metallici «ondulati» alti 4 metri sui piloni in via Tiburtina, davanti alla fermata dei pullman, in via Prenestina e sulla Tangenziale Est. Il vero problema di Roma sembra, però, essere la pubblicità regolare. Sempre più numerosi sono, infatti, i cartelloni giganti che «nascondono» le impalcature di palazzi oggetto di restauro, senza contare quelli che, invece, vengono posti sui terrazzi condominiali - il più recente è in piazza Irnerio, la locandina di uno dei cosiddetti film delle feste - o direttamente a chiudere le vetrate, come sul palazzo della Rinascente, dove, i piani alti sono «oscurati» dalla pubblicità. Mentre lotta contro i manifesti abusivi in nome del decoro cittadino, Veltroni «benedice» la prima strada-spot.
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