
Un fenomeno fuori controllo «che ha rotto gli argini della tollerabilità sociale» per usare un'espressione di Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana. È il gioco d'azzardo lo tsunami che sta travolgendo la popolazione più fragile (ma chi può dirsi indenne dalla vulnerabilità?). Adesca le sue vittime con la tentazione del guadagno facile, approfitta delle dipendenze dei giocatori allargando la propria voragine, un buco nero che ingoia sempre più persone e risorse. Nel 2024 la diocesi lombarda ha perso al gioco 2,15 miliardi di euro, la regione 3,869 miliardi. Nei 440 Comuni dove si trovano le sette zone pastorali, l'anno scorso, sono stati giocati 14 miliardi 262 milioni di euro (quasi 6,8 miliardi di gioco fisico e quasi 7,5 miliardi di gioco telematico) e si sono persi 2 miliardi 152 milioni. La Lombardia è la prima regione per valore assoluto di giocate, (anche se non per valore pro capite). Ci sono le vincite, sì. Quelle che non fanno smettere più e che alimentano l'inganno, ben descritto dalla rivista Scarp de'Tennis nel numero di giugno. Ma di fatto il vincitore è sempre il banco. E, come argomenta Gualzetti, non esiste un gioco legale. «L'equazione gioco legale = gioco sicuro è superata dagli eventi: anni di inchieste dimostrano che le due forme di gioco coesistono e i confini sono spesso labili. In certi territori si ricorre al gioco legale per ripulire capitali illeciti, a riprova che è necessario regolamentare più efficacemente il settore perché non divenga un vettore di disgregazione sociale più potente di quanto non sia già oggi».
La Caritas ha elaborato i dati forniti dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, richiesti dalla Commissione parlamentare antimafia. Nel corso degli «Stati generali per il contrasto dell'azzardo», del 22 maggio a Milano, stime Cnr hanno calcolato che nel 2022 in Italia abbia giocato il 43 per cento della popolazione adulta, che ben 1,8 milioni di italiani abbiano corso il rischio di cadere nell'azzardo patologico e che ulteriori 800mila presentassero un profilo di rischio severo.
Nella iocesi ambrosiana si gioca meno che in Italia ma si perde di più: per ogni residente dello Stivale, nel 2024 sono stati giocati 2.671 euro e ne sono stati persi 366; per ciascuno dei 5.566.667 residenti in Diocesi sono stati giocati 2.562 euro e ne sono stati persi 386; per ciascun lombardo sono stati giocati 2.474 euro e ne sono stati persi 385.
La Caritas sta denunciando un «fenomeno fuori controllo», che inghiotte tanto più denaro - dal 2004 al 2024 ben 1.774 miliardi di euro - mentre nel Paese l'area di povertà si fa più ampia. Un ulteriore paradosso evidenziato dalla Corte dei Conti riguarda l'introito per l'erario: se vent'anni fa il gettito fiscale incideva per il 28,5 per cento sul volume d'affari del gioco d'azzardo, oggi è meno del 7,%.
Una su due persone che chiedono aiuto alle Fondazioni ecclesiastiche, ormai, arriva da storie di pesante indebitamento generate dall'azzardo.
«È una tendenza che ha rotto gli argini della tollerabilità sociale, ma anche economica e culturale - ha aggiunto Gualzetti - abbiamo elaborato i dati su scala diocesana per mostrare alla Chiesa locale quanto ampio e minaccioso sia il fenomeno».