Ma Giordana non rende onore a Stoppard

In un periodo storico dove è in gioco l’avvenire dell’Europa e della sua fragile democrazia fondata sul sacrosanto diritto dei popoli all’autodeterminazione, il grande commediografo britannico Tom Stoppard scrisse dieci anni orsono, con un impressionante anticipo sui magri tempi che stiamo vivendo, un trittico sterminato. Che, sotto il titolo cumulativo La sponda dell’utopia presenta in tre tempi rispettivamente designati Viaggio - Naufragio - Salvataggio la storia dell’utopia rivoluzionaria. Raffigurata in un linguaggio insieme icastico e apodittico ma anche sottilmente ironico in cui le grandi figure dello slancio rivoluzionario si rivelano, con le loro meschine beghe familiari, i vani e ridicoli soprassalti dell’eros e l’attesa messianica di un rivolgimento sociale ab aeterno rinviato, null’altro che specchi derisorii di una congenita incapacità ad agire. Finendo per apparire, al di là delle intenzioni dell’autore, come doppi più involontari che allusivi della nobile congerie dei Gaev che assistono impotenti alla liquidazione del Giardino dei ciliegi. Ora questo testo-fiume in contemporanea con le edizioni di Marthaler a Berlino, Lluìs Pasqual a Barcellona e Chéreau a Parigi arriva in Italia. In una regia che più squallida e convenzionale non si può firmata dal cineasta Marco Tullio Giordana che meglio avrebbe fatto a non disertare lo schermo per questo noioso défilé di quadri viventi che di vivo hanno solo il nome che ora gentilmente gli prestiamo. Dove gli attori, al di là dei nobili sforzi sostenuti da Luigi Diberti, dalla grazia di Roberta Caronia e da un magnetico impressionante Luca Lazzareschi, non riescono in quanto assolutamente impossibile a dar credibilità d’immagine alle stinte figurine in cui sono costretti idoli della rivoluzione permanente di nome Marx, Bakunin e Herzen.

Condannati senza scampo dal contesto a una stinta oleografia di maniera.

LA SPONDA DELL'UTOPIA - di Stoppard Teatro Stabile di Torino-Zachar Pr.-Teatro di Roma. Regia di Marco Tullio Giordana. All'Argentina fino al 29 aprile, poi in tournée.

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