«Per Giorgione preparo una “Tempesta” ormonale»

Di solito, dove c’è Vittorio Sgarbi o ci sono pezzi da museo o ci sono pezzi di... un’altra cosa. Accade anche che il Nostro riesca a combinare i due ingredienti. Ma questa volta vuol superare se stesso: trasformare un pezzo di quell’altra cosa in un pezzo da museo. Il pezzo di quell’altra cosa si chiama Vittoria Risi, il pezzo da museo è La nuda di Giorgione. Per salutare la riapertura di Palazzo Grimani, a Venezia, proprio in occasione della mostra sul grande Zorzi da Castelfranco (e, aggiungono le malelingue, per togliere una fetta di visibilità alla Biennale di Architettura), Sgarbi ha avuto un’idea: accostare a tre opere tre tableaux vivants che le replichino in carne e ossa. Tutto tranquillo per La vecchia e La tempesta. Ma per il ruolo della Nuda (da non confondersi con il dipinto della donna sdraiata, si tratta dell’affresco parzialmente rovinato dal tempo), affidato alla pornostar, il cielo dei bacchettoni è già pronto ad aprirsi più di quello immortalato, appunto, nella Tempesta.
Professore, come vogliamo chiamarla: operazione culturale, provocazione o... patata bollente?
«Guardi, il Palazzo era chiuso. E si trattava di un delirio architettonico. Riaprirlo in occasione della Biennale era il modo giusto per dargli visibilità. Ora nessuno potrà non andare a visitarlo. Nello stesso tempo mi serviva anche una ragazza che facesse da... tramite della bellezza».
Un’ottima scelta, la sua.
«Vittoria me l’ha presentata il regista Gianni De Luigi, che ha lavorato con Carolyn Carlson e con Pina Baush. Aspetti che glielo passo».
De Luigi, il nudo glamour di oggi contro quello segnato dai secoli...
«Sono due arti che nel tempo s’incontrano. La contemporaneità è anche televisione e cinema. E questa iniziativa di Vittorio serve a risvegliare la coscienza morta della città».
Ma non si tratterà di una semplice esposizione. Il suo lavoro, con le opere di Giorgione e le rappresentazioni viventi, avrà i contenuti della rappresentazione teatrale.
«Sì, ci saranno i tuoni della Tempesta e molto altro».
Quando andrà in scena, il tutto?
«(Torna a rispondere Sgarbi) Dunque, domani (oggi, ndr) c’è la conferenza stampa di presentazione. Poi avremo l’inaugurazione e poi, nei primissimi giorni di settembre, magari in concomitanza con la Regata storica del 5, la rappresentazione vera e propria. Ma prima ci sarà stato un gustoso assaggio...».
A proposito di assaggio, la signora Risi non è digiuna di arte. Anche di quella tradizionale, intendo...
«Tutt’altro, è diplomata all’Accademia e pittrice. Fa paesaggi un po’ alla Turner, ha presente?».
Ho presente. In più è veneta.
«Per la precisione veneta di Vedelago, dove forse nacque lo stesso Giorgione».
Una bellissima rimpatriata. Intanto la signora si accomoderà in una nicchia.
«Sì, la nicchia della stanza della tribuna. Arricchirà il Palazzo Grimani. Dopo l’abbandono, nel 2008 è stato restaurato ma finora era visitabile soltanto su appuntamento e per sole 25 persone al giorno.

Io l’ho aperto al grande pubblico usando Giorgione, ma proseguiremo con esposizioni di una sola opera con Bosch e con altri grandi artisti. Comunque, anche grazie a Vittoria quella in arrivo sarà una Tempesta ormonale».

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