Una giornata a lezione di guerriglia

È proseguita fino a tarda ora la protesta degli studenti contro il decreto Gelmini, anche se dopo il folto corteo del mattino, circa 5mila ragazzi, il resto della giornata è proseguita azioni estemporanee di poche decine di giovani. Alla fine nessun scontro degno rilievo ma, come sempre, la città è stata presa in ostaggio fra traffico impazzito, bus deviati, metrò chiusi, treni fermi. E pendolari inferociti.
Appuntamento alle 9.30 in largo Cairoli, dove sono attesi studenti anche dalla provincia. E infatti ecco che due gruppetti di ragazzi in Cadorna e Garibadi scende dai treni e si siede sui binari per una decina di minuti. Poi arriva la polfer e tutti se ne vanno a raggiungere il concentramento. Da Cairoli, poco dopo le 10, parte il serpentone, qualcuno prova a prendere la direzione del Castello, subito dissuaso dalla polizia. Tra cori, insulti, fumogeni si arriva in via Carducci dove palazzo Gonzaga, una sede della Statale, viene bersagliato da lancio di uova e petardi.
Il corteo prosegue lungo la circonvallazione fino a corso Italia per poi piegare a destra verso il centro. Contemporaneamente un paio di centinaia di ragazzi prova a occupare palazzo Marino, dall’ingresso principale e da quello di via Case Rotte, ma vengono respinti senza sforzo.
Ma quel punto il corteo comincia a spezzettarsi. Un gruppo di cinquecento ragazzi circa, l’ala anarco-insurrezionalista, se ne va via per conto proprio, e forse sono proprio loro che gettano vernice sulla Scuola Europa di viale Majno per poi tentare anche di assaltarla. A questo punto però la città è già nel caos più totale, i mezzi di superficie sono tutti dirottati, mentre alle 11.30 le fermate Duomo e Cordusio della linea 1 e Missori della 3, vengono chiuse, per riaprire dopo un’ora.
In Missori il corteo principale si unisce agli assedianti di palazzo Marino, piegano in via Orefici, Broletto per poi, invece di arrivare a Cairoli dove sciogliersi, tentare di infilarsi in via dell’Orso. La polizia li blocca, volano manganellate da una parte, sassi dall’altra. Pochi secondi poi torna la calma e inizia la trattativa per il nuovo percorso. La manifestazione prosegue per via Monte di Pietà poi Manzoni, Cavour, Palestro, Venezia, ancora circonvallazione fino al Verziere e piazza Fontana. Qui, dopo un blando tentativo di andare in Duomo, il corteo, sceso a cinquecento ragazzi, si scioglie.
Ma la giornata è ancora lunga. Così poco dopo arriva la notizia del blocco della stazione Greco da parte di un gruppo di studenti usciti dalla Biccoca. Dopo la pausa pranzo, e qualche assemblea, alle 17 si riprende con un gruppo di una trentina di persone che blocca la circolazione alla stazione Rogoredo. Creando, con l’effetto domino, grossi problemi alla circolazione, facendo inferocire migliaia di pendolari.

Riemersi a Missori, i giovani sono stati inseguiti dalla polizia fino in via Santa Sofia dove si sono asseragliati negli uffici dell’Istituto per il diritto allo studio. Mentre un’altra quindicina occupava un’aula della Statale in via Livorno dove rimaneva fino a tarda ora.

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