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Giornata nera sul trampolino Due azzurri gravi all’ospedale

Paolo Marchi

La spedizione azzurra per le Olimpiadi di Torino, sabato le prime gare, ha perso altri due componenti e, come ricorda la federscì in un comunicato, è scesa da 185 atleti a 183. Lunedì (ma del doppio incidente si è avuto notizia solo ieri) si sono fracassati due saltatori, merce rara nel mondo innevato e ancora di più in Italia: in allenamento in val di Fiemme, sul trampolino di Predazzo in Trentino, sono caduti prima Stefano Chiapolino, vent’anni, e poi Marco Beltrame, diciannove. La loro mancata partecipazione alle gare di Pragelato (tre i nazionali superstiti, Alessio Bolognani, Sebastian Colloredo e Andrea Morassi) comporta la non iscrizione dell’Italia alla prova a squadre, anche se il Coni si è riservato la possibilità di chiedere una deroga per un’iscrizione di un saltatore fuori tempo massimo.
Friulani e compaesani, perché entrambi di Tarvisio, il nord-est del nord-est, sul confine con Austria e Slovenia: prima è toccato a Chiapolino rovinare a terra, poi a Beltrame che ha avuto la peggio. Per quest’ultimo asportazione della milza all’ospedale di Belluno. Il suo compagno di disavventura se l’è cavata con escoriazioni ed ecchimosi in faccia, una microfrattura al naso, tagli in bocca e sulle labbra (che hanno richiesto alcuni punti di sutura), un occhio pesto. Ricoverato a Cavalese, verrà sottoposto a tac essere certi che non vi sia nulla di preoccupante.
Tra l’altro, a caldo, Beltrame non sembrava grave, tanto che era partito in serata (le cadute sono avvenute dopo le quattro pomeridiane) in auto alla volta di Tarvisio, al volante l’allenatore Roberto Cecon. A Belluno si erano fermati per cenare, cena mai consumata: appena sceso dalla vettura, Marco è svenuto. Soccorso e trasportato in ospedale, i medici gli hanno diagnosticato una lesione alla milza che ne ha comportato l’asportazione.
Ha spiegato Fabio Morandini, direttore agonistico del settore salto e combinata nordica: «Per tutto il giorno l’impianto di Predazzo ha ospitato gli allenamenti nostri ma anche di ucraini, bielorussi, russi, sloveni e statunitensi, senza incidenti e problemi». Quella di lunedì non era infatti una giornata di condizioni meteo particolari, non raffiche di vento, non pessima visibilità. Ancora Morandini: «Due errori tecnici, non ci sono dubbi, errori personali dalla partenza a 120 metri. Non sono riusciti a staccare dal trampolino facendo forza e alzando le punte degli sci che sono invece andate verso il basso. Così come era errata la posizione delle ginocchia, piegate. Poi a sbaglio è seguito sbaglio e la caduta è stata la conseguenza più evidente». E anche se le cronache d’agenzia parlano di errori in atterraggio, tutto è stato provocato dal quel tentennare al momento di staccare dal trampolino: schizzati fuori scarichi, non sono più riusciti a trovare una accettabile posizione di volo.
In Italia i praticanti sono 120, in pratica uno ogni mezzo milione. E coincidono con gli agonisti. Ha detto Morandini: «Non è uno sport che puoi fare per diletto dopo che ti sei ritirato. Se smetti, smetti. La prima dote che si richiede a un saltatore è il coraggio, poi leggerezza, dinamismo e potenza. Però la caduta è rara, non come nello sci». E due lo stesso giorno ancora di più: «Credo che Beltrame si sia procurato la lesione alla milza per via di uno sci o di un gomito sbattutogli sul fianco. L’ago nel pagliaio».
Stagione finita per entrambi, non la carriera. Morandini li aspetta in cima al trampolino la prossima stagione.

C’è un precedente importante: Marco Backe, tedesco, nel 2001 ha conquistato il titolo mondiale di combinata nordica (fondo più salto) pur gareggiando senza la milza.

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