La giornata Scaricato dai colleghi del Pd

RomaProva a cavarsela con il minimo sindacale Luigi Lusi. Alla Procura di Roma che gli contesta di aver utilizzato a fini personali quasi 13 milioni di euro della Margherita, di cui era tesoriere, propone di patteggiare una pena di un anno, al partito offre di restituire 5 milioni di euro. Un po’ pochino per uno che davanti ai magistrati ha ammesso di aver intascato tutti quei soldi semplicemente perché ne aveva bisogno, assumendosi ogni responsabilità.
Ma la questione non sembra affatto destinata a chiudersi così, perché il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il pm Stefano Pesci sono intenzionati a respingere la proposta del senatore che ieri è stato espulso all’unanimità dal gruppo Pd a Palazzo Madama. Per il reato che gli viene contestato, infatti, quello di appropriazione indebita, il massimo della pena previsto è di tre anni. Il patteggiamento potrebbe essere concesso solo se si arrivasse almeno a due anni con la sospensione condizionale, sempre che Lusi restituisca alla Margherita, come promesso, parte del denaro sottratto. Trattative tra le parti sono in corso. L’avvocato Luca Petrucci, legale di Lusi, ha già depositato a piazzale Clodio una bozza di fidejussione che copre però soltanto 5 milioni di euro, una cifra ridicola rispetto a quella sparita dalle casse del partito e utilizzata dal senatore per pagare due immobili, un appartamento nel centro di Roma e una villa a Genzano, sui quali tra l’altro ha anche acceso un mutuo. Pure calcolando i 5 milioni di tasse e i trasferimenti di denaro ad alcune società canadesi a lui riconducibili i conti non tornano.
Ora l’inchiesta mira a ricostruire tutti i passaggi di denaro, soprattutto quelli oltreoceano, per escludere che Lusi operasse anche per conto di altri. Perché se è vero che allo stato gli inquirenti ritengono che il senatore abbia utilizzato a fini personali i milioni dei rimborsi elettorali confluiti in un conto su cui anche l’ex presidente della Margherita Francesco Rutelli aveva la delega a operare, è anche vero che le indagini sono solo all’inizio e a piazzale Clodio non si esclude che gli accertamenti della Guardia di finanza possano cambiare lo scenario. I vertici della Margherita, che si sono costituiti parte lesa, stanno valutando la copertura fidejussoria offerta da Lusi per decidere se accontentarsi dei 5 milioni proposti. «Bisogna capire se la bozza di fidejussione presentata - spiega l’avvocato Titta Madia - è seria. Se non offre garanzie adeguate non accetteremo alcuna transazione e procederemo con una causa civile».
Alcune ricostruzioni fatte dai giornali in questi giorni non sono piaciute al senatore Lusi, che ieri ha voluto fare una precisazione, seppure nel rispetto del segreto istruttorio: «Leggo alcuni articoli riportanti dichiarazioni virgolettate attribuite a me ma in realtà riferite da terzi e mai da me pronunciate. Leggo altresì più dati e fatti totalmente privi di riscontro ma pieni di colore e suggestione».

Il riferimento è probabilmente ai resoconti dell’interrogatorio del 17 gennaio durante il quale ha ammesso di aver intascato i soldi del partito, lì dove si alludeva che il senatore si sarebbe assunto anche responsabilità non sue lasciando intendere che il partito gli dovesse molto.

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