Giovanardi: «Nel decreto Bersani è nascosta una mini stangata»

da Roma

Non ci sono solo i dubbi sulla semiliberalizzazione dei taxi, quelli sulle tariffe di certe professioni e il «Grande fratello fiscale» nascosto tra le pieghe del pacchetto Visco. Per Carlo Giovanardi, deputato dell’Udc ed ex ministro del governo Berlusconi, il decreto nasconde anche una stangatina. Aumenti dell’Iva su generi come i dolciumi, ma rischia anche di farsi sentire nelle bollette energetiche delle famiglie. E c’è anche un inaspettato impulso all’apertura di sale scommesse che l’esponente centrista non condivide affatto.
Però le associazioni dei consumatori hanno dato una valutazione positiva del decreto...
«Ho visto che alcune associazioni hanno anche calcolato risparmi per le famiglie, ma credo che farebbero meglio a cambiare mestiere. Gli aumenti ci sono. L’articolo 36 del decreto prevede una serie di merci per le quali si passerà dal 10 al 20 per cento di Iva. Ci sono i prodotti dolciari, i francobolli da collezione. Sono dettagli, ma c’è già una reazione furibonda da parte dei collezionisti che sono migliaia».
Si tratta però di aumenti su merci poco importanti...
«Ma c’è anche una parte del decreto molto ambigua che riguarda le prestazioni di servizi relativi alla fornitura e distribuzione di calore-energia per uso domestico, che passerà al 20 per cento a meno che non si tratti di energia prodotta con fonti rinnovabili. Non è chiaro a che cosa si riferiscono, ma anche se si trattasse di un aumento dell’Iva a carico dei produttori, non potrà non comportare anche un aumento nelle bollette».
La liberalizzazione delle licenze potrebbe però portare, insieme all’aumento dei taxi in circolazione, anche qualche risparmio per gli utenti. Non è una compensazione di questi rincari?
«Difficile pensare a risparmi sulle tariffe dei taxi, che sono già tra le più basse d’Europa. E ho dubbi anche sulle aspirine vendute nei supermercati e sulle norme per il contrasto al gioco illegale».
Perché?
«Perché prevede l’apertura di 17mila nuovi punti per le scommesse sportive e ippiche. Diffondere capillarmente le sale scommesse mi pare un modo quantomeno originale di combattere il gioco. Scorrendo il decreto vedo anche l’abolizione del regime fiscale agevolato per le dimore storiche, cioè un contributo a mandare in malora il nostro patrimonio culturale. Insomma ci sono diverse misure delle quali siamo venuti a conoscenza solo da un paio di giorni con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale e che nessuno si è preso la briga di spiegare alla conferenza stampa della settimana scorsa. E invece ce n’è abbastanza per sperare che in Parlamento questo decreto sia rovesciato come un calzino».
È d’accordo con i tassisti?
«Io sono stato il primo a esprimere la mia solidarietà a Fabio Mussi. Però questa maggioranza fa i decreti (vorrei capire quali sono i requisiti di urgenza della vendita delle aspirine nei supermercati) e poi mette la fiducia. Allo stesso tempo non dialoga con le parti sociali.

Niente consultazione e Parlamento imbavagliato. Non sorprende che poi ci siano cittadini che non sanno più come far valere le proprie ragioni. A noi non avrebbero mai permesso di regolare con un decreto materie come queste».

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