Ultima replica al Carcano per lo Shakespeare dei giovani. Unedizione, questa di «Molto rumore per nulla», impaginata con ironia fulminante e un occhio di riguardo alla grande lezione di Broadway da quel vecchio lupo di mare di Gabriele Lavia, non si limita a mettere in scena con roboanti assoli l'antica storia di un quartetto d'amour-passion suggellato dall'immancabile lieto fine. Ma giostra con consumato mestiere condito da un irresistibile sense of humour sulle contraddizioni dell' amore. Questo implacabile motore che regge il mondo rinnovandosi «come fa il caprifoglio ad ogni spuntar dell'alba sulla primavera della vita», se vogliamo citare il grande Will. Che, con la squisita eleganza che gli compete, mette in bocca queste parole prima a Claudio ed Ero, la coppia dei giovani fulminati dal dio Eros non appena il loro sguardo s'incrocia in un boschetto di rose e poi ai loro bizzosi e tracotanti compagni di strada. Ovvero a quella Beatrice che scambia con gli uomini affondi verbali più recisi e acuminati di una spada e a quel Benedetto che, per risponderle a tono, non trova di meglio che replicarle in punta di fioretto con la forza eversiva dei suoi aforismi a doppio taglio. Cosa che voi tutti sapete già se avete visto, anni fa, l'edizione cinematografica fin troppo colorata e ridente ambientata con maestria tra i declivi e le pievi toscane da Kenneth Branagh.
Che i giovani del laboratorio creato ad hoc da Lavia senior per allestire lo spettacolo oggi trasformano in un concertato di maliziose voci dissonanti cantando dal vivo come professionisti delle sette note mentre duellano, amano e soffrono trasportando a vista carri ed arredi, pesanti masserizie e corone di fiori che mutano la scena in un continuum di imprevedibili attrazioni. Degne del funambolismo di Charlot e dei sorrisi trascoloranti di Buster Keaton.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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