Giraudo stangato, con un po’ di sconto

ARBITRI Puniti anche Lanese, Dondarini (2 anni) Pieri (2 anni e 4 mesi) Rocchi assolto: piange

Nel teorema accusatorio del processo di Calciopoli era l’ipotesi di reato più grave: l’associazione a delinquere. E secondo il giudice De Gregorio tale ipotesi regge: esisteva un sodalizio che mirava a modificare i risultati delle partite di calcio con azioni fraudolente. A tre anni e mezzo dalle sentenze sportive, il primo verdetto della giustizia ordinaria - che giunge a conclusione del rito abbreviato richiesto da 11 imputati - rafforza la costruzione ipotizzata dai pm. E mette un’importante mattone sul processo che tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 dovrebbe chiarire la posizione degli altri 37 imputati, a cominciare da Moggi e dagli ex designatori Bergamo e Pairetto.
Dall’aula del tribunale di Napoli escono le prime condanne: tre anni (l’accusa ne aveva chiesti cinque) inflitti all’ex amministratore delegato del club bianconero Antonio Giraudo. Colpevole, ma senza l’aggravante di essere stato uno dei promotori della presunta associazione (l’accusa mossa dai pm a Moggi e all’ex dirigente del Messina Fabiani, imputati nel rito ordinario che oggi registrerà l’attesa testimonianza di Franco Carraro) che sarebbe stata costituita allo scopo di condizionare gli esiti dei campionati. Giraudo - assolto appena tre settimane fa insieme al resto della «Triade» bianconera nel processo sul presunto doping amministrativo - risponde anche di frode sportiva per Juventus-Lazio, Udinese-Brescia e Juventus-Udinese del 2004.
Alla vigilia della sua deposizione nell’ottobre scorso, aveva detto che il calcio «non è mai stato il mio mondo» anche se ci aveva vissuto per quasi dodici anni: la sua gestione economico-finanziaria aveva consentito di unire risultati importanti a utili di bilancio; lui aveva patrocinato l’acquisto e la ristrutturazione dello stadio Delle Alpi e aveva guidato l’ingresso in Borsa del club torinese. Giraudo aveva scelto la snella procedura del rito abbreviato non per avere il sicuro sconto di pena, ma per evitare clamori e dissociarsi dai comportamenti dell’ex amico Moggi. «Vivo a Londra e sono tornato al mio mondo abituale - disse qualche tempo fa l’ex dirigente juventino, ora immobiliarista nella City -. Prima finisce questa situazione, che mi danneggia anche da un punto di vista lavorativo, meglio è». Lui, che ha sempre avuto massima fiducia nella giustizia, dovrà ora appellarsi a questa condanna. «Giraudo è stato un ottimo amministratore, non penso che abbia fatto nulla di disdicevole, per tutto quello che ho sentito in tutti questi anni nel calcio, bisognerebbe condannare per frode sportiva tutti per 50 anni...», il commento del patron del Palermo Maurizio Zamparini. «La condanna a Giraudo è un segnale forte, siamo solo all’inizio di una operazione di pulizia speriamo definitiva», l’opinione di Giuseppe Gazzoni Frascara, ex presidente del Bologna e grande accusatore del sistema.
Nessuno sconto per Tullio Lanese, il capo degli arbitri nell’epoca moggiana che chiedeva - secondo l’accusa - sfacciatamente regali ai club e a Lucianone. Nessuno sconto per l’ex fischietto Tiziano Pieri, al quale oltre all’associazione a delinquere vengono addebitati due episodi di frode sportiva in relazione a Juventus-Chievo e Bologna-Juventus del 2004. Nessuno sconto anche per l’ex arbitro Paolo Dondarini, da poco inserito nell’organico della Commissione Arbitri Interregionali, incarico che ora gli verrà revocato: due i capi di imputazione legati a Juve-Lazio del 2004 e Chievo-Fiorentina del 2005. Partita per la quale era stato chiamato in causa anche Diego Della Valle.
Sette gli assolti per non aver commesso il fatto, tutti ex arbitri e assistenti tranne Gianluca Rocchi.

Il fischietto fiorentino (domenica era quarto uomo di Atalanta-Inter, una designazione forse evitabile perchè nell’immediata vigilia dell’udienza decisiva) regala l’immagine più umana di questo processo: letta la sentenza, scoppia a piangere. «È la fine di un incubo», dirà al telefono al designatore Collina che puntava molto sulla sua assoluzione. Che forse fa tirare un sospiro di sollievo al movimento.

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