Dal Giro al Tour comanda sempre Cavendish L’inglese è il nuovo cannibale delle volate

BrignolesÈ il nuovo che avanza, a rapide pedalate. Rapide come nessuno, perché Mark Cavendish è il velocista più veloce del pianeta. È il nuovo che avanza perché ha solo 23 anni, compiuti il 21 maggio scorso, ma ormai è un veterano degli sprint, con la sua Sanremo a risplendere in bacheca, le sue vittorie al Giro d’Italia (due l’anno scorso e tre quest’anno: fanno 5) e al Tour de France (quattro l’anno scorso e una ieri: fanno 5). Vince con disarmante facilità, questo ragazzo dell’Isola di Man che vive a Quarrata, nelle colline toscane in provincia di Pistoia. Sorride alla vita, ma non irride mai gli avversari. Li rincorre, e li passa a doppia velocità.
Perché lui è Cannonball, una palla di cannone, che rischia però di diventare il cannibale delle volate. «Devo dire grazie ai miei compagni di squadra, perché senza di loro è difficile ottenere certi risultati ­ ha detto l’inglese -. Siamo una squadra giovane e compatta. Nessuno esercita su di noi pressione. Noi ci divertiamo a vincere». Lo fermi chi può. Ma è difficile tenergli la ruota quando parte. «Non è un arrivo per lui, vedo meglio Freire», dice Cassani. Cavendish vince per distacco (battuti Farrar e Feillu), anche se alle sue spalle, per tenere la posizione, per cercare in qualche modo di non farsi sopraffare da questo impertinente delle volate, finiscono in molti gambe per aria, comprese le nostre «frecce tricolori» Danilo Napolitano e Daniele Bennati. L’ultima curva è fatale: una sbandata del gruppo e via tutti al tappeto.
Per i big, a cominciare dalla maglia gialla Spartacus Fabian Cancellara, nessun problema. «Giornata caldissima - ha detto -. Abbiamo lavorato per conservare la maglia e vorrei tenerla fino alla cronosquadre di martedì. Poi vedremo». Gli Astana, guidati da Alberto Contador, un pensierino alla sua maglia lo stanno facendo. A proposito: lo spagnolo è tranquillo come una Pasqua. Armstrong sorride come un pugile suonato. Parla solo con i giornalisti francesi. Quelli italiani si sono molto offesi. In compenso Vinokourov, il corridore kazako squalificato per doping è pronto a tornare a metà agosto, lo farà in maglia Astana, la squadra nata per lui. Punto fermo: Alberto Contador. Molto più mobile il futuro del team manager Johan Bruyneel e di sua maestà Lance Armstrong: non hanno squadra e futuro.

Ora pare che il «passepartout» per restare in Astana sia Contador: lui potrebbe metterci una buona parola. Sarebbe il massimo. Dopo tanti proclami e atteggiamenti da duro alla John Wayne, Armstrong rischia di diventare Alberto Sordi. Oggi terza tappa: Marsiglia-La Grande Motte di km 196,5.

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