Giudice filmato, attacco a Mediaset «Ma chi fa spionaggio non dia lezioni»

Roma La Fnsi evoca un’immagine violacea: «Pestaggio mediatico». Più classico il Pd: «Linciaccio mediatico». Mentre il Pdci preferisce il riferimento storico: «Squadrismo mediatico». Categorica l’Anm, che tuona: «Vergogna!». E lancia un duplice appello al Quirinale e al Garante della privacy.
Il sollevamento di scudi è a difesa del giudice milanese Raimondo Mesiano, che ha firmato la sentenza Fininvest-Cir per il Lodo Mondadori. Sotto accusa, oltre ad un articolo del Giornale, è soprattutto Canale 5, per un servizio che mostra il magistrato che cammina per strada, fuma e va dal barbiere. Una violazione della riservatezza che va punita, una «denigrazione senza precedenti», denuncia l’associazione delle toghe.
Il Garante per la tutela della privacy valuta se aprire un’istruttoria e la Prima commissione del Csm acquisisce il video diffuso da Mattino 5 e l’articolo del nostro quotidiano per esaminarli martedì, quando deciderà se aprire una pratica a tutela di Mesiano. L’ha richiesta Giuseppe Berruti, togato di Unicost, raccogliendo le firme di altri 14 colleghi. «È una barbarie quell’indagine televisiva», protesta ora.
«Il telegiornale del mattino di Canale 5 - scrive a Giorgio Napolitano l’Anm - ha pedinato il giudice Mesiano, riprendendolo abusivamente nelle sue occupazioni quotidiane e definendo “stravaganti” i suoi comportamenti; il quotidiano il Giornale ha pubblicato un articolo nel quale riporta il racconto di un anonimo avvocato, che avrebbe carpito in un ristorante alcune frasi del giudice Mesiano di commento ai risultati delle elezioni del 2006». Un attacco «senza precedenti» in Italia, per il «sindacato delle toghe».
Il primo a reagire è Claudio Brachino, direttore di Videonews e conduttore di Mattino 5. «L’unica vittima di pestaggio mediatico sono io». dice. E spiega che le immagini «non sono frutto di alcun pedinamento», che il pezzo è «senza epiteti né giudizi politici» ma contiene «solo la parola “stravagante”, di cui si può parlare ma non mi sembra un insulto».
La risposta più dura, però, arriva poco dopo da Mauro Crippa, direttore generale News di Mediaset. «Non accettiamo bacchettate - afferma - da chi negli ultimi mesi ha reso sistematica prassi giornalistica lo spionaggio a senso unico dal buco della serratura. Troppo comodo prendersela oggi con Brachino, che mostra a passeggio per strada un magistrato che obbiettivamente ha acquisito notorietà nazionale ed internazionale, quando l’informazione giornalistica è dominata da curiosità assai più morbose. Vogliamo tutti maggiore sobrietà nell’informazione? Le News di Mediaset raccolgono l’invito in attesa che lo stesso facciano quelli che così istericamente ci criticano».
Canale 5, comunque, sembra accerchiato. «Visto che il presidente del Consiglio - attacca il presidente della Federazione nazionale della stampa, Roberto Natale - continua a deprecare “l’uso criminoso” della tv, ancora una volta tirando in ballo a sproposito Annozero, gli rivolgiamo una domanda: come considera l’uso della tv che è stato fatto dalla più importante rete Mediaset?». Si muove anche l’Ordine dei giornalisti della Lombardia, dov’è iscritto Brachino, che la prossima settimana esaminerà la questione.
Il presidente dell’Anm, Luca Palamara si dice preoccupato per i tentativi di «delegittimare la magistratura» e avverte: «Se qualcuno pensa di intimidirci, sbaglia di grosso». Il clima è infuocato, la base dei magistrati nelle mailing list grida allo scandalo per l’attacco a Mesiano e c’è chi chiede lo sciopero. Oggi se ne parlerà al Comitato direttivo centrale.


Per Lanfranco Tenaglia del Pd il servizio di Mattino 5 è «inquietante» perché «cerca di suggerire agli spettatori l’eventuale stranezza del magistrato in virtù del suo abbigliamento e del suo modo di spostarsi per la città». «Da che pulpito!», sbotta il portavoce del Pdl Daniele Capezzone.

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