Washington - Perde protagonisti ma si arroventa ulteriormente il duello per le presidenziali Usa di novembre: dopo l’uscita di scena di Rudolph Giuliani, seguita alla pesante sconfitta subita martedì in Florida dall’ex sindaco di New York, i pretendenti superstiti alla nomination repubblicana si sono affrontati ieri sera in un dibattito televisivo in California, uno degli Stati principali tra i 22 dove il 5 febbraio si andrà alle urne nel cruciale Super-Martedì.
McCain-Romney, è scontro duro A monopolizzare la scena sono i due aspiranti più accreditati dell'elefantino, John McCain e Mitt Romney: hanno dato vita a un dibattito talmente acceso e a tratti furibondo da irritare i meno quotati avversari, Mike Huckabee Ron Paul, costretti a fare tappezzeria.
Hillary-Obama Uno scontro analogo è prevedibile anche in California, dove fra poco si misureranno davanti alle telecamere Hillary Rodham Clinton e Barack Obama, per la prima volta soli a causa della rinuncia da parte del terzo incomodo, John Edwards. I due non si amano e in occasione dell’ultimo faccia a faccia, anteriore alle primarie del 27 gennaio in South Carolina, lo dimostrarono sbranandosi a suon d’insulti e invettive. Poi promisero di non ripetersi, ma la posta in palio è enorme: l’ex first lady in California sa di avere un largo margine sul rivale, e cercherà di sfruttare al massimo il vantaggio; Obama d’altronde punterà a recuperare terreno dando battaglia.
È quanto ha tentato di fare lo stesso Romney, il quale martedì prossimo si giocherà tutto contro un McCain con il vento in poppa, specie dopo il largo successo in Florida. Nodo della contesa, l’Iraq: il miliardario mormone ha cercato di mettere l’avversario in cattiva luce, rinfacciandogli di aver mentito sulla sua presunta volontà di vedere le truppe americane ritirate dal Paese arabo secondo uno scadenzario preciso.
Il veterano della guerra in Vietnam ha replicato ribadendo che esattamente in quei termini si era espresso Romney, e così lo ha mandato ancor più su tutte le furie. Una mossa cui McCain ha fatto ricorso sapendo di essere debole presso l’elettorato "teo-con" dove pesca i maggiori consensi il concorrente, peraltro ben piazzato anche tra i senza partito.
Shwarzy tifa McCain Nell’imminenza del voto nel proprio Stato Arnold Shwarzenegger si schiera: l’ex attore finora si era mantenuto ai margini ma, stando a indiscrezioni provenienti dall’interno del suo staff, si appresterebbe a rendere pubblico il sostegno a McCain, che andrebbe ad aggiungersi a quello manifestato da Giuliani dopo il ritiro. "Terminator" è amico sia di quest’ultimo sia del senatore dell’Arizona, e il forfait del primo gli avrebbe fatto rompere gli indugi.
Appoggio anche da Giuliani "L'America ha bisogno di un eroe alla Casa Bianca": così l'ex sindaco di New York, Rudy Giuliani, ha annunciato al fianco di John McCain, nella biblioteca presidenziale di Ronald Reagan in California, il suo ritiro dalla corsa e l'appoggio alla campagna presidenziale del senatore dell'Arizona. "Non posso immaginare un candidato più qualificato a diventare il nostro comandante in capo", ha detto Giuliani.
Obama pensa a un vertice musulmano Barack Obama, se eletto alla Casa Bianca, organizzerà "un vertice nel mondo musulmano con tutti i capi di Stato".
L’obiettivo è quello di cercare di contenere il fossato che si sta creando tra musulmani ed occidente. "Voglio - ha detto al Paris Match - discutere francamente come fare per contenere il fossato che si ingrandisce ogni giorno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.