«Giunta e consiglieri facciano il test anti-droga»

SCONTRO Gallera: «Basta giudicare i politici guardando dal buco della serratura»

La coscienza è a posto. «Facciamo il test anti-droga». Il ministro Ignazio La Russa vede l’auto della polizia posteggiata in bella mostra davanti alla Loggia dei Mercanti, per la festa del 4 novembre, e non ci pensa due volte. Parte il sindaco Letizia Moratti, tocca al ministro alla Difesa, conclude il vicesindaco Riccardo De Corato. Negativo per tutti, anche se le battute nei pochi minuti in attesa del risultato si sprecano. Quel bicchiere a tavola per il sindaco che chissà se rischia di compromettere l’esito e sconvolgere le cronache. O il sigaro toscano di De Corato, «e mò scopriamo che si fuma qualcos’altro». O lo scambio dei test che preoccupa (per finta) vicesindaco e ministro. L’appello parte dal sindaco: «Vorrei invitare consiglieri e assessori a sottoporsi volontariamente al test», un controllo «a sorpresa», ma «sarebbe un messaggio positivo da parte delle istituzioni, se chiedono ai cittadini dei comportamenti devono essere a loro volta coerenti». Giunta e consiglio, se accettano, dovranno sottoporsi non al sistema «Drug test 5000», quello usato ieri in via Mercanti e normalmente per i controlli di guida sicura sulle strade. Questo tipo di test può rilevare la presenza di sostanze assunte solo fino a qualche giorno prima. Il test del capello invece, ricorda la Moratti, «evidenziare tracce di stupefacenti assunti fino a sei mesi prima». Il ministro La Russa estende l’appello ai deputati e anticipa: «Proporrò al coordinamento nazionale del Pdl di sottoporre i candidati alle elezioni».
Sull’appello della Moratti, il Pdl si spacca. Il capogruppo comunale Giulio Gallera è «pronto a fare anche per primo il test, senza problemi», ma contesta «la visione paternalistica delle istituzioni» e «la violazione della sfera privata. Una persona va giudicata per come amministra e gestisce il bene pubblico, in questi mesi invece abbiamo assistito ad una continua valutazione politica fatta guardando dal buco della serratura». Opposta l’opinione del vicecapogruppo del Pdl, Carlo Fidanza: «Con il test anti-droga non si tratta di guardare nel buco della serratura - replica - ma di contrastare quei comportamenti che possono minare la lucidità necessaria per assumere atti amministrativi». È «assolutamente d’accordo» l’assessore alle Attività produttive Giovanni Terzi, la definisce «un’iniziativa straordinaria, andrebbe estesa non solo a chi gestisce le istituzioni ma, ad esempio, ai magistrati».
È «già pronto» il capogruppo della Lega Matteo Salvini, che più che il test del capello preferirebbe però l’esame del sangue, «così oltre ai controlli potremmo fare un’azione utile come una donazione collettiva all’Avis». Disponibilità bipartisan: è pronto a mettersi in fila pure il capogruppo del Pd Pierfrancesco Majorino, perché «è giusto che chi fa politica dia un messaggio costruttivo ai ragazzi». Il verde Maurizio Baruffi è «disponibilissimo a mettermi in coda, ma dopo l’ultimo assessore e consigliere di maggioranza». Per l’assessore alla Salute Gianpaolo Landi di Chiavenna «il centrodestra è in prima linea nella lotta alla droga, per cui la proposta non può che vederci d’accordo».

Alla «giusta filosofia del dare il buon esempio» lanciata dal sindaco, l’assessore all’Arredo urbano risponde che è «pronto a contribuire, ma dopo che avrà dato, appunto, l’esempio esponendo il crocifisso in sala giunta come le ho chiesto con una lettera giorni fa, ma non mi ha ancora risposto».

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