Roma - Al Senato si sta votando sul ddl per la riforma dell'ordinamento giudiziario. Il primo scoglio, l'articolo 1, la maggioranza l'ha superato, ancora una volta, grazie a un senatore a vita. Giulio Andreotti ha fatto la differenza. Il senatore a vita, infatti, con il suo voto ha portato l’asticella della maggioranza a 152, lasciando a 151 quella dell’opposizione. A dire il vero l'opposizione questa volta avrebbe potuto affondare la maggioranza - e non sarebbe stata la prima volta - se fossero stati presenti in aula, come testimoniano i tabulati d’aula, Alfredo Biondi di Forza Italia, Baccini e Trematerra dell’Udc, il primo in Francia per motivi istituzionali, il secondo malato, e Gabana ex Lega, ora nel gruppo misto.
Norme per l'accesso in magistratura Le norme contenute nell’articolo 1 regolano l’accesso in magistratura. L’assemblea, tra l’altro, ieri ha votato un emendamento che abbassa da 120 a 108 la votazione complessiva delle due prove che devono sostenere i candidati per conseguire l’idoneità.
Mastella, appello anti-sciopero: "Il voto? Problemi nell'Unione" "Il mio invito è che il 20 lo sciopero non ci sia, perché appesantisce il clima". Il ministro della
Giustizia Clemente Mastella interviene in aula al Senato alla ripresa della discussione del ddl di
riforma dell’ordinamento giudiziario, e torna a chiedere la sospensione dello sciopero dei
magistrati. "Mi dispiace di quanto accade all’esterno - dice il ministro - mi dispiace di questi bagliori di
guerra che finiscono per appesantire il clima politico. Chiedo a tutti di ragionare con serenità e
serietà, in modo moderato, smussando gli angoli e gli spigoli". E dopo il voto il Guardasigilli interviene duramente
in aula prendendosela con i senatori
dell’Unione, che hanno messo a rischio il passaggio
dell’articolo. "La Cdl - dice - si sta
comportando con grande responsabilità. Sarebbe bene che la
magiorazna facesse altrettanto". Per Mastella, infatti, i
problemi "sono emersi tutti dalla nostra parte".
Schifani: "Andreotti regala agli italiani una controriforma" "Il
senatore a vita Andreotti, privo di mandato popolare, regala agli italiani una 'controriforma' della giustizia votata dal parlamento nella passata legislatura. Lo dice in aula
il capogruppo di Forza Italia Renato Schifani. "Andreotti si è assunto la responsabilità di far entrare in vigore una controriforma
che svuota una riforma legittimamente approvata dal parlamento". "E' un fatto quasi scandaloso che la maggioranza in Senato si mantiene sul voto dei
senatori a vita.
Scandaoloso per il Paese perché è governato da un esecutivo che si appende al filo del
senatore a vita di turno per essere salvato dà il senso dell’assenza di guida del nostro Paese e
di un esecutivo lacerato e che perde pezzi e si tenta solo di dare segnali di sopravvivenza".
Matteoli: "C'è un serissimo problema politico" "Il voto del Senato di poco fa dimostra che nel governo c’è un serissimo problema politico sull’Ordinamento giudiziario, che non può essere considerato superato con il voto di qualche senatore a vita". Lo ha dichiarato il presidente dei senatori di An, Altero Matteoli. "I litigi tra ministri sono sotto gli occhi di tutti - aggiunge - in particolare emergono quelli tra Mastella e Di Pietro. E i problemi politici non possono essere risolti con il voto di qualche senatore a vita che vota legittimamente nel rispetto delle sue prerogative costituzionali che noi non contestiamo. Rileviamo, invece, che il governo è diviso su una materia così importante come la giustizia e che la maggioranza politica al Senato non è tale".
La maggioranza tenta di ricompattarsi sull'art. 2 "La maggioranza converge sull’articolo 2 e converge sull’emendamento Brutti con una piccola modifica".
Lo dice al termine de vertice di maggioranza il capogruppo dell’Ulivo Anna Finocchiaro. "Su questa ipotesi - aggiunge - l’Italia dei valori ritirerebbe i propri emendamenti e darebbe voto favorevole all’articolo 2 come il resto della maggioranza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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