Giustizia di classe lultima trovata del centrosinistra
17 Novembre 2005 - 00:00Francesco Damato
Perduta la possibilità di squalificare come «salva Previti» la legge sulla recidiva e sulle prescrizioni, che la maggioranza ha modificato alla Camera escludendone lapplicazione a tutti i dibattimenti processuali in corso, fra i quali quelli riguardanti in appello e in Cassazione lex ministro di Forza Italia, lopposizione continua a demonizzare il provvedimento in vista del nuovo, ultimo passaggio al Senato. Prima ha tentato di imbrattarne ancora limmagine indicando come beneficiari il presidente del Consiglio e i suoi familiari per via di certi fascicoli giudiziari pendenti nella solerte Procura di Milano. Poi, rendendosi forse conto che quei fascicoli sono poco consistenti per scommetterci sopra o cominciando a sospettare che lantiberlusconismo giudiziario produca ormai più vantaggi che svantaggi allavversario politico, lopposizione sta cucendo addosso alla nuova legge labito della «giustizia di classe». Che sarebbe quella forte con i deboli e debole con i forti.
I deboli sarebbero i recidivi, destinati a condanne più severe benché colpevoli solo di reati «minori», come furti, rapine, spaccio, danneggiamenti e altre quisquilie praticate dai più sprovveduti per sopravvivere. I forti sarebbero quelli che, mescolando furbizia e ricchezza, riuscirebbero o a non farsi scoprire nelle loro nefandezze o, una volta scoperti, a sfuggire ai processi e alle condanne grazie allassistenza di onerosi studi legali, capaci di ricavare il massimo dei ritardi e dei benefici da quel groviglio inestricabile dei nostri codici.
Le pene più severe ai recidivi e le attenuanti obbligatorie agli incensurati, con riduzione conseguente del tipo di reato e dei relativi tempi di prescrizione, sarebbero quindi le due facce, ugualmente odiose, della medaglia di questa immaginifica «giustizia di classe» prodotta nella parte conclusiva della legislatura da una maggioranza cinica e irresponsabile. Che peraltro, non avendo i numeri per fare da sola unamnistia, per la quale dal 1992 occorre una legge votata in ogni suo articolo e nello scrutinio finale a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, vorrebbe introdurla surrettiziamente combinando attenuanti e prescrizioni brevi nella ex «salva Previti».
La rappresentazione che lopposizione fa dei recidivi è a dir poco semplicistica. I recidivi non sono solo poveracci. Sono anche delinquenti incalliti e feroci, capaci di ammazzare per poche centinaia di euro. Provate un po a chiedere comprensione per lo scippatore incallito al povero pensionato che ne ha appena sperimentato il trattamento uscendo dallufficio postale, e finendo magari in ospedale.
La storia poi dellamnistia nascosta nella riduzione dei tempi di prescrizione è mistificatoria. In realtà, a concedere surrettiziamente lamnistia è già da anni la magistratura inquirente e giudicante. Linquirente, a dispetto della tanto declamata obbligatorietà dellazione penale, dilunga molti procedimenti sino a farli estinguere, come dimostra l88 per cento delle prescrizioni maturate negli uffici delle Procure, senza rinvio a giudizio. La magistratura giudicante concede o nega le attenuanti, anche agli incensurati, con una discrezione totale.
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