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Giustizia, Prodi cancella la separazione delle carriere fra pm e giudici varata dal Polo

Il governo vara la "controriforma" cancellando quella del governo Berlusconi. Mastella ora chiede l'appoggio dell'opposizione in parlamento. La maggioranza si divide. La Bonino: "Ho votato contro, non risolve i problemi". Boselli: "Grave passo indietro". Castelli: "Governo diviso, spettacolo indegno". Sciopero udienze dal 21 al 23 marzo. Cosa prevede il ddl

Giustizia, Prodi cancella la separazione delle carriere fra pm e giudici varata dal Polo

Roma - Via libera del Consiglio dei ministri - tra qualche distinguo in seno alla maggioranza (la Bonino ha votato contro) - al ddl che modifica la riforma dell'ordinamento giudiziario approvata dal centrodestra nella scorsa legislatura. Il provvedimento, presentato dal Guardasigilli Clemente Mastella, contiene nuove norme sulla carriera e sulla progressione economica dei magistrati. Dovrà essere approvato dal Parlamento entro il 31 luglio: fino a quella data, infatti, resta sospesa la riforma dell'ex ministro Castelli.

Nel presentare la riforma dell'ordinamento giudiziario Mastella ha chiesto "l'apporto dell'opposizione in parlamento", perché, ha spiegato, quella della Giustizia "è una forte questione istituzionale e come tutte le questioni istituzionali ha bisogno, al di là di opinioni che sono differenti, di tratti di neutralità a favore del cittadino".

Niente separazione delle carriere Nel ddl di riforma non è prevista la separazione delle carriere dei magistrati. Lo precisa Mastella. Nel ddl c'è la separazione delle funzioni tra giudici e pm, ma non quella delle carriere che "non è prevista dal programma" del governo "che io ho sottoscritto", ha detto il Guardasigilli. Mastella ha annunciato che tra non molto il governo procederà alla riforma della ex Cirielli, la legge sui termini di prescrizione, che prevede che un reato cada in prescrizione quando trascorre un tempo pari al massimo della pena prevista senza che ci sia stato un giudizio definitivo. Il ministro ha inoltre aggiunto che 50 magistrati passeranno dalla magistratura militare a quella ordinaria.

La Bonino vota no "Avevo cercato fin dall'inizio, con una lettera del 20 febbraio, di contestare questo disegno di legge - spiega il ministro Emma Bonino -. Capisco perfettamente il programma dell'Unione, che non prevede la separazione delle carriere, ma una separazione rigorosà delle funzioni, anche se per la verità a me pare che non ci sia nemmeno la separazione delle funzioni. È chiaro - aggiunge il ministro del Commercio estero - che noi radicali, socialisti, noi Rosa nel pugno, abbiamo una posizione completamente diversa. Abbiamo fatto dei referendum su questi temi, e la battaglia sulla giustizia, sullo stato di diritto, è una delle cose qualificanti della nostra storia politica. Ho ripercorso le motivazioni, le iniziative, le battaglie, da Tortora in poi e anche prima, per spiegare perché non potevo esprimere una posizione favorevole all'impianto complessivo politico del provvedimento".

Boselli: ci batteremo contro il ddl "I socialisti hanno sempre considerato la separazione delle carriere dei magistrati come una garanzia di libertà e di imparzialità per tutti gli italiani: su questo punto l'Italia è fuori dall'Europa e dalla civiltà giuridica". È partendo da questa convinzione che Enrico Boselli, a nome dello Sdi e della Rnp, boccia senza appello al ddl Mastella cioè la riforma dell'ordinamento giudiziario appena uscito dal Consiglio dei Ministri. "Un passo indietro che contraddice tutta la riflessione e le scelte in questi anni. Ci impegneremo a constrastarlo dove possiamo farlo, cioè alla Camera, sperando che al Senato altri raccolgano questa bandiera".

Castelli: spettacolo indegno di fronte al Paese "Ennesimo indegno spettacolo di fronte al Paese: ogni volta che si tratta di varare un provvedimento importante questo governo si rivela diviso su tutto". Così il presidente dei Senatori della Lega Nord, Roberto Castelli, commenta il voto contrario di Emma Bonino al ddl sulla riforma dell'ordinamento giudiziario proposto oggi da Mastella.

Sciopero delle udienze Tre giorni di sciopero delle udienze da 21 al 23 marzo e una manifestazione nazionale di protesta a Roma nel primo giorno di mobilitazione: non si limita a una semplice bocciatura la presa di posizione delle Camere Penali contro la riforma dell'ordinamento giudiziario approvata oggi dal Consiglio dei Ministri. "Nonostante l' ampia e incisiva attività svolta nei mesi scorsi dall' Ucpi - dicono in una nota il presidente Oreste Dominioni e il segretario Renato Borzone - la politica della giustizia, dopo la crisi di governo, continua ad evolversi in modo gravemente negativo e nel senso di un'evidente involuzione dell'ordinamento. È ancora chiarissima la posizione di condizionamento dominante esercitata dall'Anm e subita dalla politica".

Associazione giovani avvocati Un "ennesimo provvedimento magistrato-centrico che taglia del tutto fuori l'Avvocatura istituzionale e associata". Così il presidente dell'Associazione italiana giovani avvocati (Aiga), Valter Militi definisce il ddl di riforma dell'ordinamento giudiziario.

"Il disegno di legge approvato questa mattina dal Consiglio dei ministri costituisce un chiaro esempio di restaurazione del preesistente assetto dell'ordine".

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