Da Gluck al Giambellino la città nelle note dei suoi cantautori

Da Celentano a Gaber, da Remigi a Jannacci: la mappa degli artisti, e delle canzoni, che negli anni hanno raccontato la metropoli

Roberto Zadik

Milano in musica. Non è solo il nome della manifestazione tenutasi il mese scorso ma una lunga storia di canzoni dedicate a questa città. Emozioni, stati d’animo e atmosfere meneghine raccontate da canzoni dialettali e non.
Non solo la città dell’operosità ma anche della canzone. Da O mia bela Madunina, simbolo della città scritta da Giovanni D’Anzi e Alfredo Bracchi a Innamorarsi a Milano di Memo Remigi, Milano è stata descritta nei suoi pregi e nelle sue contraddizioni non solo da cantautori milanesi ma anche da talenti «milanesizzati», venuti da fuori e assorbiti dal fascino della metropoli. In tema di canzoni dialettali, già dall’ultimo decennio dell’Ottocento autori come Federico Bussi cantavano filastrocche in milanese come El Gatt alla quale un altro musicista come Enrico Fontana rispondeva con El Ratt. Entrambe furono premiate al primo concorso della Canzone Lombarda tenutosi nel 1891.
E da lì in poi, Milano, è diventata la fonte d’ispirazione per ballate scanzonate e per tantissime melodie che hanno seguito il naturale evolversi delle epoche e dei generi musicali. Canzoni di ogni tipo e argomento. Come i canti che,tra gli anni ’30 e ’40, descrivevano i problemi e la realtà di quel periodo, prima tra tutte la canzone Stramilano, fino agli anni Sessanta, decennio cruciale in tema di innovazioni e di cantautori. In quell’epoca si affermarono artisti come Giorgio Gaber, Dario Fo, Enzo Jannacci che negli anni ’60 cantava Andava a Rogoredo e i Gufi, storica band guidata da Nanni Svampa famosa grazie a classici come Porta Romana e Blues in Milan.
Gaber con originalità e ironia ha decantato la produttività e il progresso di Milano in grandi canzoni. Come La ballata dei Cerutti e Com’è bella la città nella quale parla di una metropoli «Viva, grande con tanta gente che lavora». E, sempre dedicata a Milano, è l’intimista Strade di notte che descrive le vie della città come «grandi e un poco più tristi». Parlando di canzoni su Milano e sulla «milanesità» non poteva mancare Il ragazzo della via Gluck che Adriano Celentano cantò nel 1967 come omaggio alla strada in cui è nato. Ma non sono stati solo i cantanti milanesi a cantare di Milano.
Tra questi Alberto Fortis che, dalla nativa Domodossola, si trasferì a Milano negli anni ’70. Nel 1979, Fortis firmò due brani dedicati a questa città come la poetica Duomo di notte e la sarcastica Milano e Vicenzo che all’epoca innescò una polemica tra Milano e Roma. Sempre di quelli anni la malinconica e Luci a san Siro nella quale il milanese Roberto Vecchioni cantava Milano mia portami via. Da ricordare anche Domenica bestiale dove il cantautore Fabio Concato descrive Milano e «quanto è bella vederla prima che cominci a correre e ad urlare». Tra le canzoni anche molti brani anni ’80 e ’90. Tra questi successi come «Avvenuriera» in cui Gianna Nannini cantava «Ci ritroveremo in un bar di Porta Ticinese» e Samantha di Francesco Guccini con la frase «Milano, tanto grande da impazzire». Nell’elenco anche «Le ragazze di Porta Romana» di Massimo Priviero, «Strade di città» degli Articolo 31 e il video «Dedicato a te» girato in zona Navigli dal gruppo milanese «Le Vibrazioni».

Insomma, tanti modi di vedere Milano una città dai mille volti.

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