da Roma
In ottobre l'attende un film in Francia. Ma la Valeria Golino di questi ultimi anni, dopo l'esperienza dolceamara di Hollywood, privilegia l'Italia. In uscita ci sono due pellicole da lei interpretate, due storie a modo loro d'amore: La guerra di Mario di Antonio Capuano (il regista di Vito e gli altri, Pianese Nunzio, Luna Rossa) e Texas di Fausto Paravidino, ventisettenne all'esordio dietro la macchina da presa ma con un curriculum teatrale degno di un anziano regista. «Ruoli - spiega la Golino alle giornate professionali del cinema conclusesi ieri a Roma, che ho fatto di tutto per ottenere -. In La guerra di Mario sono Giulia, una donna della buona borghesia napoletana a cui il tribunale dei minori affida temporaneamente Mario, un bimbo di nove anni sottratto ai genitori naturali che vivono una condizione difficile. Ma mentre lei si innamora subito del piccolo, Sandro il mio compagno (Andrea Renzi, che si sta specializzando in ruoli da marito) è quasi infastidito dalla sua presenza». «Capuano, aggiunge la Golino, all'inizio aveva qualche perplessità ad affidarmi il ruolo, perché cercava un'attrice napoletana, dimenticando che io a Napoli ci sono cresciuta». Erano diversi anni che non ci soggiornava. Sono però bastate poche settimane per fargliela di nuovo amare.
Cambio di set. Nei dintorni di Torino, dove la Golino interpreta una quarantenne, innamorata delusa e annoiata dalla vita: «Un film sulla provincia italiana», precisa lei all'unisono con Domenico Procacci, produttore della Fandango, che questo progetto l'ha fortemente voluto.
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