La «Gomorra Rossa» di cui nessuna parla. A Castellammare di Stabia, dove un consigliere comunale del Pd, Luigi Tommasino, è stato ammazzato il 3 febbraio 2009 da un killer iscritto al suo stesso partito, la Commissione daccesso voluta dalla prefettura di Napoli ha riscontrato di tutto: infiltrazioni della camorra, dipendenti lasciati al loro posto nonostante condanne per omicidio e narcotraffico, appalti pilotati, gare falsate per la privatizzazione delle Terme, abusivismo edilizio eccetera. La «Stalingrado del Sud» che solo alle ultime amministrative è passata al Pdl (col neosindaco Luigi Bobbio) dopo trentanni di governo rosso viene tratteggiata come un porto sicuro per lillegalità. La commissione dindagine ha scavato negli atti amministrativi a partire dal 2005 riscontrando gravi «violazioni di legge che hanno compromesso limparzialità dellamministrazione». Per questo più dirigenti comunali sono stati sospesi.
Solo il capitolo edilizia registra 600 costruzioni abusive (di cui solo in sette casi si è deciso labbattimento). Uno dei manufatti è in mano al «sorvegliato speciale» A. O., contiguo al clan DAlessandro e su cui pesano precedenti per estorsione, traffico di droga, associazione mafiosa. Una seconda costruzione fa capo alla figlia del noto pluripregiudicato R. R., dipendente comunale in quiescenza, ai domiciliari, «già elemento di primo piano della cosca DAlessandro». La camorra spunta nella gara per il contratto di quartiere, profumatamente finanziato, attraverso un paio di società comunque contigue ai clan. Capitolo dolente quello del personale: un addetto alla scuola materna è detenuto per 416 bis, un operatore dellufficio impianti ritenuto organico al clan Paglialoni e condannato a 5 anni di reclusione, non è mai stato licenziato, non cè traccia di procedimenti disciplinari per altri impiegati condannati per droga, truffa, omicidio, rapina. E non è tutto. Le mani della camorra spuntano anche sugli alberghi che ricadono nel complesso delle Terme. Una società che gestisce un noto hotel di Castellammare ha fra i suoi dipendenti Renato Cavaliere, componente del commando che ha ucciso Tommasino mentre nello stesso albergo è stato catturato il latitante Antonio Lucchese, affiliato al clan DAlessandro. Nonostante ciò, sempre a questo albergo una giunta comunale di centrosinistra ha anche rilasciato una concessione demaniale per ben 29 anni. E che dire poi dellassegnazione di alcuni chioschi dove, secondo la relazione prefettizia, «tutti i concessionari hanno precedenti di polizia per occupazione abusiva di spazio demaniale e inosservanza di limiti ala proprietà. Alcuni sono imparentati con affiliati al clan DAlessandro e alla famiglia Fontana (
)». Quanto allassegnazione dei servizi sociali e assistenza alle persone, il 60 per cento delle risorse, oltre 5 milioni di euro, è finito in mano a due sole cooperative sociali a causa di «rilevanti irregolarità nelliter» e che il personale di una di esse è vicino ai clan. Anche nella vendita delle Terme di Stabia, affidata a una società comunale, la Sint, si addensano ombre. Anomalie erano state riscontrate proprio dal consigliere comunale ucciso, Tommasino, che ne aveva informato la stessa Sint. E una delle piste seguite dagli inquirenti per scoprire perché Tommasino venne assassinato riguarda proprio la vendita delle attività termali. Per i commissari, le Terme rappresentano un «centro dinteresse particolare per la criminalità organizzata, che il processo di privatizzazione avrebbe potuto sottrarre allinfluenza dei clan». Il neosindaco Luigi Bobbio del Pdl: «I risultati della commissione daccesso sono francamente preoccupanti perché hanno evidenziato irregolarità amministrative riconducibili a vario titolo e in varia combinazione ai dirigenti comunali sospesi. Lo spaccato che emerge dalla gestione comunale passata, straziata da anni di malaffare e di torbide connivenze, è assolutamente allarmante.
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