Il governo «blinda» lo scudo fiscale Fiducia non in agenda

Roma«Per il governo il testo resta così». Il sottosegretario all’Economia, Alberto Giorgetti, ha spiegato che il decreto legge correttivo del dl anticrisi contenente lo scudo fiscale, convertito dal Senato e ora all’esame della Camera, non sarà modificato nel passaggio a Montecitorio.
La possibilità di rimpatriare i capitali irregolarmente detenuti all’estero senza incorrere in sanzioni penali e/o amministrative «non salva chi ha un procedimento in corso alla data del 15 settembre», ha aggiunto Giorgetti spiegando che «eventualmente, se dovesse servire, ci sarà un’ulteriore circolare» dell’Agenzia delle entrate oltre a quella attesa nei prossimi giorni. In base a questi presupposti le commissioni Bilancio e Finanze della Camera hanno dato l’ok al testo che lunedì prossimo sarà presentato in Aula per essere approvato prima della naturale scadenza del 3 ottobre. I 116 emendamenti presentati da maggioranza e opposizione sono stati tutti respinti. Non è in agenda la richiesta del voto di fiducia da parte del governo, salvo azioni ostruzionistiche di Pd, Idv e Udc che anche ieri hanno protestato.
D’altronde, il direttore centrale accertamento dell’Agenzia delle entrate, Luigi Magistro, ha messo in evidenza come non ci saranno favoritismi nell’applicazione della norma. «Nel caso Agnelli, come in tutti gli altri casi nei quali le persone implicate hanno avuto conoscenza formale di un’attività amministrativa fiscale in corso, non si può fare lo scudo», ha detto. La legge esclude benefici per le persone con procedimenti in corso al 15 settembre, ma non per quelle inquisite nei confronti delle quali non sia stata ancora esercitata l’azione penale. È il caso dei 552 presunti evasori fiscali italiani comparsi nelle liste contenute nel computer dell’avvocato ticinese Fabrizio Pessina, arrestato nello scorso febbraio. L’inchiesta, infatti, si trova ancora nella fase delle indagini preliminari.


«Da questo provvedimento il Paese esce con un’immagine gravemente compromessa», ha tuonato il pd Pier Paolo Baretta contestando l’inclusione nella sanatoria dei reati di falso in bilancio. Lo scudo piace però a Confindustria. «Non è una cosa bella, ma di fatto è utile al Paese; non possiamo che dare un giudizio positivo», ha dichiarato il vicepresidente Bombassei.

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