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Il governo ha deciso i primi tagli: si parte dalle Province e dai piccoli Comuni La crisi francese manda a picco le Borse. Ma da noi la Cgil pensa a scioperare

Una sola certezza: le forbici non bastano più, serve la scure. Il governo ce l’aveva messa tutta per risparmiare agli italiani un salasso. Il suo punto d’onore era questo: non mettere la mano fiscale nelle tasche dei cittadini. E sembrava che l’impegno potesse essere rispettato. Invece la crisi, lungi dall’essere stata sconfitta, si è addirittura acuita. Non solo in Italia, per carità. Ma in tutto il mondo occidentale. E gli effetti nefasti si sono manifestati drammaticamente nelle ultime settimane.
Forse il crollo delle Borse non impressiona la gente comune poco avvezza a investire in azioni. Forse l’aumento degli interessi sui Btp a qualcuno può perfino far piacere. Ma non è questo il problema. Noi abbiamo un debito pubblico mostruoso e l’economia, benché solida (la seconda d’Europa), fatica a decollare. E i conti sono sbilanciati. Il rischio è che dalla stagnazione si passi al disastro che, quando viene, non dà preavvisi. Arriva e basta, poi è finita.
Chiaro che bisogna agire per prevenire il peggio, ed è per questo che Silvio Berlusconi e la sua squadra hanno deciso, in sintonia con la Ue, di ristrutturare la manovra che, in origine, era assai più blanda. In altre parole: l’esecutivo ora prende il toro per le corna allo scopo di non essere incornato, con gravi conseguenze per il Paese.
Le misure in procinto di essere adottate non sono ancora state perfezionate, quindi occorre attendere il prossimo Consiglio dei ministri per sapere a cosa andiamo incontro. Tuttavia, si sa quali sono le linee degli interventi. Sono emerse ieri durante l’incontro del governo con le cosiddette parti sociali. Si va dalla semplificazione del mercato del lavoro al riordino del sistema pensionistico, dal ritocco dell’Iva ad altri provvedimenti fiscali. Si parla di patrimoniale, ma la sola parola fa venire i brividi al Cavaliere. Per far digerire al premier una simile tassa sarà almeno necessario cambiarle definizione.
I contrasti non mancano. Umberto Bossi e i sindacati sono terrorizzati all’idea di sfiorare le pensioni di anzianità e di reversibilità, ma dovranno farsene una ragione. Confindustria arriccia il naso su tutto. La Cgil minaccia: se anziché i ricchi piangeranno i poveri, noi scenderemo sul sentiero di guerra. Sarebbe una sciagura: il nostro pensiero corre all’Inghilterra in fiamme. Un consiglio ai governanti: non ascoltino chi gioca sporco. Niente compromessi. Gli italiani sono pronti a fare sacrifici, ma a una condizione, che la Casta sia la prima a farne comprimendo i costi della politica. Il buon esempio deve venire dall'alto. Dire al popolo: armatevi e partite, non funziona. Crea le condizioni perché scoppi il caos.

Tutti sono disposti a dare l’«oro alla Patria», ma la Patria deve meritarlo.

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