«Continua la serie di vittorie del centrodestra nei Comuni e nelle Province, e non mi limito a parlare del Nord, ma al caso Italia». Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha appena registrato la vittoria di Guido Podestà alla Provincia di Milano, strappata a Filippo Penati dopo cinque anni di gestione Pd. Ma elenca il Comune di Cremona e una serie di altre amministrazioni in Lombardia, «come Cesano Maderno, appannaggio per anni della sinistra. E lo stesso accade nel resto del Paese».
Eppure, il segretario del Pd Dario Franceschini va dicendo che è iniziato il declino del centrodestra...
«Questo la dice lunga sulla tragedia profonda in cui versa il Pd. Prendono bastonate e si accontentano di festeggiare per non aver perso Bologna e Firenze considerate i feudi della sinistra, e dove non sono neppure riusciti a vincere al primo turno. Sono tornati a prima degli anni Cinquanta. Eppure anche se tengono lEmilia e la Toscana, perdono persino in roccheforti rosse come il Comune di Prato, dove il partito comunista era al 70%. Il risultato è chiarissimo».
Cioè?
«Loro arretrano ovunque, e al massimo tengono dove governano da anni, come la Provincia di Torino o il Comune di Firenze, ma non riescono a strapparci amministrazioni. Noi invece continuiamo ad avanzare, cito solo Venezia».
Alla Provincia di Milano però la vittoria di Podestà è stata al fotofinish. Se avesse votato solo la città avrebbe addirittura vinto Penati. Come si spiega?
«Intanto, meglio ragionare avendo vinto anche di strettissima misura. Ma indubbiamente è un risultato che va esaminato in profondità, partivamo con dieci punti di vantaggio sul candidato del Pd, 48,8 contro il 38,8%. Ma nella città di Milano il risultato era stato inferiore alle aspettative già al primo turno. E bisogna esaminare con grande attenzione le cause».
Ne dica una.
«Ad esempio, credo non sia piaciuto alla gente che la nostra campagna elettorale, specie nellultimo periodo, abbia insistito soprattutto sulla necessità di un allineamento, sullomogeneità tra governo, Regione, Comune e quindi Provincia. I voti si conquistano assumendo impegni, parlando dei programmi, non dicendo dateci la maggioranza anche lì perché ce labbiamo nelle altre giunte. È un discorso da addetti ai lavori. Ma le ragioni sono più di una, gli elettori ci hanno fatto suonare un campanello dallarme e dobbiamo ascoltarlo».
Avrà pesato anche lastensionismo?
«Questo è indubbio, ma gli elettori in città già al primo turno ci hanno segnalato un disagio che sarebbe un errore sottovalutare, quando parliamo di numeri ci riferiamo a singole persone che non ci hanno votato».
Parlando di riflessioni: quali state facendo sullUdc? La scelta di non schierarsi col candidato del Pdl a Milano avrà ripercussioni?
«In Lombardia il partito di Casini è andato assolutamente da solo, su Milano lUdc si è spaccata e sono convinto che molti elettori abbiano votato per il candidato del centrodestra. Ma il segnale politico è che a livello locale è uscita dalle alleanze, che non sono alberghi con le porte girevoli. Ma ragioneremo, non lo dico con toni minacciosi».
La Lega invece rivendica la propria parte, e cè il rischio che avanzi pretese, specie in vista delle regionali del 2010.
«Ricordo che in unalleanza si vince e si perde insieme dappertutto, a livello nazionale e in Lombardia gli elettori hanno dimostrato che sono contenti del nostro governo e nella nostra regione è avanzato sia il Pdl che la Lega. Ma il Popolo della libertà è avanti di 12 punti».
Quindi: la poltrona della Regione non si tocca?
«Dico solo che se qualcuno vuole scommettere, punti sulluno fisso».
Tornando alla scarsa affluenza invece, il ministro Ignazio La Russa e molti altri dicono che sarebbe il caso di eliminare il ballottaggio, a certe condizioni.
«Concordo. Pensiamo solo a Milano: contando che ha votato il 45,2% e Podestà ha vinto con poco più della metà dei voti, significa che ha scelto il presidente della Provincia il 22-23% degli elettori. È più ragionevole che chi supera il 40-45% dei voti al primo turno, e nello stesso tempo distacca il secondo arrivato di 7-8 punti, vinca senza il ballottaggio. La volontà dei cittadini è espressa chiaramente».
Con Letizia Moratti sindaco, lei governatore e ora un presidente della Provincia del Pdl, potrete accelerare i programmi?
«Di sicuro avremo meno difficoltà a realizzare opere importanti, dalle infrastrutture alla gestione dei rifiuti».
Un accenno alle polemiche sulle vicende personali del premier Berlusconi.
«Certamente hanno influito, ma si è creata una vicenda gestita con grandissima scorrettezza e altrettanta abilità comunicativa da certi poteri mediatici e di potere ostili al premier».
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