Il governo salva il posto a 30mila precari dei «call center»

Nel decreto «Milleproroghe» un emendamento del Pdl rinvia di dodici mesi l'applicazione delle norme sul «teleselling» da parte del garante per la Privacy. Così le società specializzate nella creazione e nella vendita di «banche dati» riusciranno ad adeguarsi senza licenziamenti

A volte basta poco. Pochissimo: una riga di testo. Così si sono salvati 30mila posti di lavoro, sia pure quelli "precari" dei call center, senza un euro di esborso dalle casse dello Stato e senza annunci roboanti. E' questa una delle "curiosità" (ma mica tanto, considerati gli effetti) del provvedimento cosiddetto "milleproroghe" varato dal governo Berlusconi. Il nome dice tutto: tutte le questioni che, per un motivo o per l'altro, non si è riusciti a risolvere durante l'anno precedente, vengono "prorogate". Decreto omnibus per eccellenza, è il tradizionale appuntamento di inizio anno per tutti i governi che si succedono alla guida del Paese. In passato, spesso è stato utilizzato per rimandare, talvolta sine-die, la soluzione di problemi di grande importanza per il Paese. Ma, nell'anno nero dell'economia mondiale, il milleproroghe è invece diventato uno strumento essenziale per una politica di sostengo alle imprese, ai consumatori, alle famiglie italiane. Nei quarantaquattro articoli del provvedimento ci sono infatti temi essenziali per in una fase particolarmente critica dell'economia internazionale: da norme sul Patto di stabilità, che permetteranno di accrescere gli investimenti nelle infrastrutture, a dilazioni per i termini delle dichiarazioni fiscali, per dare una boccata d'ossigeno alle imprese in affanno, a norme sulla sicurezza, tema sensibile per milioni di cittadini. E non mancano, nelle pieghe del decreto, provvedimenti urgenti per salvaguardare l'occupazione. In particolare quello che riguardava i 30mila precari dei call center. Con un emendamento presentato dal Pdl (che riprende un odg della Lega Nord già approvato dalla Camera lo scorso 15 gennaio al termine delle votazioni al decreto salva-crisi) e approvato con voto favorevole di maggioranza e opposizione, il governo ha così salvato dalla disoccupazione i giovani impiegati nei call center italiani. Una sola riga di testo, che concede dodici mesi di tempo alle aziende per mettersi in regola sulla normativa sul cosiddetto "teleselling", ha scongiurato il blocco parziale delle attività delle società specializzate nella creazione e nella vendita di banche dati e, quindi, le brusche ricadute occupazionali che ciò avrebbe comportato: una norma che avrebbe costretto l'Autorità di Garanzia dei dati personali a sanzionare decine di aziende che non potendo più attingere a quei dati , sarebbero state costrette a licenziare i propri dipendenti.

Nell'attuale congiuntura economica, con i tempi della crisi che si allungano di giorno in giorno nelle previsioni degli esperti, avere altri 30mila giovani a spasso sarebbe stata una vera disdetta. In questo modo, il governo ha salvato aziende e lavoratori senza alcun onere per le casse dello Stato.

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