Cronache

Il governo sta con Plinio «Vergognoso bloccare un dibattito culturale»

Il governo sta con Plinio «Vergognoso bloccare un dibattito culturale»

(...) fiamme in via Canevari, corso Sardegna e corso Galliera, traffico bloccato in corso Sardegna e due fotoreporter minacciati e presi a calci e pugni è il bottino della giornata.
A poche centinaia di metri da polizia, tensioni e cassonetti incendiati, il 30 giugno di Rifondazione in piazza Romagnosi, ha preso l'aspetto di una festicciola di paese con tanto di clown, frittelle, cocktail e birra. Sarà perché Palazzo Tursi ha deciso di inserire tutte le manifestazioni legate a questo triste anniversario nel calendario estivo di Genova Spettacolare, quasi che fosse un concerto rock o una fiera dell'antiquariato. O sarà perché lo stesso Paolo Ferrero, segretario del partito, intervenendo di fronte a non molti compagni, più che di quelle giornate di 50 anni fa ha preferito parlare del referendum di Pomigliano. Ma del bellicoso titolo dell'incontro «Fuori i fascisti da Genova» sono rimasti solo i manifesti.
Questo a pochi giorni dalle minacce per impedire il convegno sul 30 giugno 1960 da parte di Gianni Plinio e del gruppo «Destra domani». L’ex consigliere regionale ha ricevuto la telefonata del Prefetto che gli chiede di spostare il convegno organizzato per il 30 giugno alle 17 in un’altra sede che non sia quella dell’hotel Bristol per evitare contatti con la manifestazione della Cgil e l’azione di disturbo di anarchici. A prendere le difese di Plinio ieri è stato anche il governo. La sottosegretario Daniela Santanché: «La libertà di manifestare deve essere garantita a prescindere da luoghi e date. In particolare in una situazione dove il vero obiettivo appare il governo Berlusconi». Parole riprese dal presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri: «A 50 anni di distanza celebrare una giornata di violenza e contrapposizione e impedire una manifestazione di storici è emblematico sull’attuale concetto di democrazia della sinistra». Anche il senatore Enrico Musso si è schierato con Plinio: «È già discutibile che istituzioni locali decidano di patrocinare manifestazioni celebrative di eventi che determinarono la caduta di un governo espresso democraticamente - è il ragionamento di Musso -.

È impensabile che dopo 50 anni gli sconfitti di quei giorni non abbiano neppure il diritto di approfondire e analizzare quegli eventi, in un convegno culturale e politico».
(ha collaborato Francesca Nacini)

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