Roma«Siamo impegnati in un Consiglio dei ministri per un decreto interpretativo delle norme. Speriamo di poter ritornare a dare diritto di voto ai nostri elettori del Lazio e della Lombardia». Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha spiegato il provvedimento per le elezioni, poco prima di presentarlo al Consiglio dei ministri. Non una nuova normativa, ma un provvedimento d’urgenza che dà «un’interpretazione autentica» delle leggi in vigore che, a giudizio del governo, non sono state applicate in modo corretto.
La decisione è arrivata ieri sera, al termine di una giornata fitta di contatti tra il governo e il Quirinale e di limature al provvedimento. Ma durante la quale il premier ha anche parlato del centrosinistra. «Loro - ha detto Berlusconi intervenendo al telefono a una manifestazione in Puglia poco prima di approvare la legge - sono favorevoli a dare ai Pm la possibilità di mettere ogni telefono sotto controllo». La sinistra «vuole spalancare le frontiere per dare la possibilità di voto agli extracomunitari che poi voterebbero a sinistra. È ancora una volta una scelta di campo tra noi e loro. Noi siamo quelli che fanno - ha sottolineato - loro quelli che criticano. Noi abbiamo cambiato la politica italiana. Prima che arrivassimo noi, i partiti si presentavano senza un programma e senza dichiarare gli alleati».
Il premier, insomma, sembra essersi già lasciato alle spalle il pasticcio delle liste per rientrare in pieno clima elettorale, tanto che, sempre parlando al telefono alla manifestazione barese in sostegno di Rocco Palese, ha dato consigli ai militanti sugli argomenti da spendere per contrastare il Pd e i suoi alleati: «I nostri sostenitori possono ricordare a quei cittadini che non sono convinti di come sarebbe il nostro paese se al governo ci fosse ancora la sinistra che vuole raddoppiare l’imposta sui Bot e sui Cct che sono il risparmio delle famiglie, portando l’aliquota dal 12,5% al 25%, vuole reintrodurre l’Ici che noi abbiamo abolito e adottare una patrimoniale per risanare il debito pubblico. Ciò significa che saremmo in uno Stato di polizia tributaria».
Per quanto riguarda il merito, il decreto interpretativo sancisce il principio secondo il quale chi si trova all’interno degli uffici elettorali del tribunale e può provarlo, ha diritto di presentare liste. Per chi è in grado di dimostrare di essere stato all’interno del tribunale nei termini, è concessa la possibilità di ripresentare la lista oltre la scadenza, nel caso del Pdl Del Lazio lunedì prossimo dalle 8.00 alle 16.00.
In questo caso il ministro dell’Interno Maroni ha parlato esplicitamente di una applicazione non corretta della legge da parte dei giudici. E ha citato una circolare del Viminale secondo la quale il cancelliere non può rifiutarsi ricevere liste dei candidati, neppure se li ritiene irregolari o presentate tardivamente.
L’altra parte rilevante contenuta nella bozza del decreto esaminata dal governo, prevede che la veridicità delle firme non possa essere messa in dubbio esclusivamente per la presenza di irregolarità meramente formali, come la mancanza o non leggibilità del timbro di chi autentica, dei dati relativi alla sua qualifica, della data e del luogo. Questa parte della norma consentirebbe la riammissione del listino di Roberto Formigoni in Lombardia.
«Le norme vigenti - ha spiegato il ministro dell’Interno Roberto Maroni al termine del Consiglio dei ministri - non sono modificate, ma si è data una interpretazione autentica, affinché il Tar possa applicare la legge in modo corretto secondo l’interpretazione che il legislatore, in questo caso il governo, dà alla legge. È lasciata al Tar la decisione se le contestazioni siano fondate oppure no e se la richiesta di riammissione delle liste è accoglibile oppure no».
I tempi rimangono stretti. Se non ci saranno obiezioni da parte del Quirinale, ha aggiunto Maroni, il decreto potrebbe essere pubblicato in Gazzetta ufficiale oggi.
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