Il governo vuol riaprire le case chiuse «La prostituzione va regolamentata»

Proposta del ministro del Lavoro Damiano: «Servono luoghi e cooperative che offrano protezione e assistenza»

da Roma

Una qualche forma di «regolamentazione» che consenta a chi decide di prostituirsi «di potersi organizzare. Si parla spesso di cooperative, di luoghi che abbiano una loro protezione, una configurazione di assistenza e di contatto con quelle realtà e che aiutino anche ad uscire da questa situazione». Il ministro del Lavoro Cesare Damiano si schiera, a titolo strettamente personale, per legalizzare il lavoro più antico del mondo.
L’argomento, riconosce l’esponente, Ds, è delicato perché «c’è di mezzo la persona umana» e «tutte le implicazioni di carattere etico e morale». La prudenza, quindi, è necessaria. Anche perché il tema divide trasversalmente la politica fin dalla nascita della Repubblica.
A riportarlo di attualità questa volta è la notizia di un giro di vite contro i clienti delle lucciole di Genova che consiste nell’utilizzo di telecamere, l’invio delle multe direttamente a casa e il taglio dei punti della patente. Come nel caso della messa al bando dei lavavetri, la politica si è divisa trasversalmente, ma i toni sono meno accesi rispetto a quelli suscitati dalla decisione presa dal comune di Firenze.
Paola Binetti, teodem e coscienza critica della maggioranza sui temi etici, ha bocciato la proposta di Damiano: «Se si parla di sindacato o del pagamento delle tasse io non sono d’accordo. Non mi sembra si possa regolamentare la prostituzione secondo le stesse modalità che valgono per le professioni». Non vanno bene nemmeno i quartieri a luci rosse, come quelli proposti da poco a Bologna. La ricetta dell’esponente della Margherita consiste in un mix di «repressione» contro chi sfrutta i minori e gli immigrati. Poi nell’offrire aiuto e alternative «in termini di formazione e lavoro» a chi si prostituisce, fermo restando che «a casa propria ognuno fa quello che crede».
Contraltare di Binetti su questi temi è ancora una volta Franco Grillini, esponente di Sinistra democratica e leader storico dell’Arci gay, talmente convinto della necessità di fare emergere l’attività dei «sex worker» da aver presentato un provvedimento che, spiega, «cancella alcune norme repressive previste dalla legge Merlin, come il favoreggiamento e l’adescamento; ipotizza la zonizzazione» e consente a chi si prostituisce di di costituirsi in cooperative. Una proposta compatibile con l’idea di Damiano. Anche se Grillini è sicuro che non se ne farà niente, per «l’opposizione radicale dell’area clericale».
Sensibilità e opinioni diverse anche nel centrodestra. «Noi - ricorda il capogruppo dei deputati di An Ignazio la Russa - abbiamo sempre detto che una regolamentazione va fatta». Indigata Elisabetta Gardini di Forza Italia che accusa Damiano di fare un discorso «ideologico e contraddittorio».

«Come donna mi da fastidio che si possa solo pensare di regolamentare la vendita del corpo femminile. Come madre mi chiedo che tipo di educazione potrei dare ad un figlio maschio se lo Stato consentisse di mercificare il corpo delle donne».

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