Antonio Signorini
da Roma
Non ci sarà nessun taglio delle tasse. Il boom delle entrate non è bastato a convincere il governo a ridurre le aliquote dal 2007, come qualcuno nella maggioranza si augurava. E anche per gli anni a venire, leventuale calo della pressione fiscale resta subordinato a una vittoria completa delle due battaglie più difficili: quella per il risanamento dei conti pubblici e quella contro levasione fiscale. Le reazioni del governo alluscita di Vincenzo Visco sulle tasse si è fatta attendere. E non deve essere stato piacevole per il potente viceministro sentirsi per la prima volta sotto accusa per eccessiva generosità.
Allinizio sono arrivate le bocciature scontate della sinistra radicale. Poi gli stop più pesanti, come quello del premier Romano Prodi, secondo il quale in Italia si potrà solo «se tutti pagano le tasse». Quello dellevasione, ha spiegato, è «problema etico» e solo quando sarà ridotta di un terzo si potrà cominciare a parlare di imposte meno alte. Prodi si è preso il merito dellaumento del gettito sostenendo che i contribuenti hanno capito che «la festa è finita». Tesi contestata dalleconomista di Forza Italia Renato Brunetta che ieri ha fatto notare come le entrate tributarie siano «strutturalmente in aumento dai primi mesi dellanno, 23 miliardi di euro nei primi 11 mesi rispetto allanno precedente + 12,2%, quindi, da prima dellarrivo di Prodi».
Ma se - almeno secondo il governo - la strategia del bastone ha funzionato, per la carota bisognerà aspettare che si realizzino le condizioni giuste che Prodi ha riassunto nella formula dell«appena riusciremo a far ordine nel bilancio dello Stato» e nel più vago «quando leconomia sarà risanata». Il ministro Tommaso Padoa-Schioppa ha delineato un orizzonte ancora più remoto: per farlo, ha spiegato, «occorre prima vincere la guerra contro levasione». Drastico il ministro allo Sviluppo economico Pierluigi Bersani secondo il quale il taglio delle tasse è «inimmaginabile» a meno che «tutti le paghino». E anche se si recupererà tutta levasione, ha spiegato Padoa-Schioppa al taglio delle tasse andrebbe «gran parte» delle risorse. Non tutte. Unaltra condizione individuata dal responsabile di via XX settembre è il calo nella spesa pubblica. Un obiettivo che la stessa finanziaria sposta in avanti: sotto il 40% del Pil solo nel 2009.
Insomma ieri, a due giorni dal lancio dellidea, per trovare un sostegno alla tesi della redistribuzione dei soldi dellevasione a favore dei contribuenti virtuosi bisognava uscire dal palazzo della politica. E entrare in quelli delle categorie. Il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo ha ribadito a questo proposito un punto cardine del suo «patto per la produttività», e cioè limpegno da parte delle imprese a investire tutte le risorse derivanti da un minor carico fiscale. Montezemolo resta ottimista e dice che Confindustria è «a un passo» dallottenere il riconoscimento del principio secondo il quale «i frutti della lotta allevasione non finanzino la spesa pubblica, ma siano interamente restituiti ai contribuenti».
Ma le priorità sintetizzate dal ministro ai rapporti con il Parlamento Vannino Chiti sono altre: «I fondi che derivano dalla lotta allevasione - ha spiegato lesponente Ds - saranno destinati in parte al risanamento, in parte allo sviluppo e in parte a ridurre le tasse ai cittadini». Altre priorità le ha elencate il ministro dellAmbiente Alfonso Pecoraro Scanio: prima delle tasse «bisogna investire sulloccupazione giovanile per ridurre la fascia di precariato e bisogna ripulire le città dallo smog».
Sulla stessa linea di Confindustria è restato solo il relatore alla Finanziaria ed esponente della Margherita Gianfranco Morgando che vorrebbe tagliare le tasse «il più presto possibile». Anche se nemmeno lui parla più del 2007 come data dinizio.
Il tema delle maggiori entrate non ha condizionato la manovra, allesame del Senato. Lentità della finanziaria è risalito di nuovo a quota 35,4 miliardi di euro per le modifiche introdotte alla Camera. E anche dal Senato, ha assicurato il presidente Franco Marini, uscirà modificata.
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