Matteo Piantedosi è ospite questa sera di "Mediterranea - la civiltà blu", la rassegna ideata da Micromegas Comunicazione e in svolgimento a Sabaudia in questi giorni. Intervistato da Andrea Pancani, il ministro dell'Interno ha avuto anche la possibilità di intervenire sul caso di cronaca di Rovereto, dove un immigrato ha ucciso una donna di 61 anni per una rapina e un tentativo di violenza sessuale.
"L'episodio di Rovereto ci dimostra che sostenere l'integrazione e l'accoglienza senza limiti, senza riguardo verso il tema della sostenibilità dell'accoglienza ci porta a confrontaci con situazioni drammaticamente estreme", ha raccontato Piantedosi, che anticipando i temi del decreto sostenibilità, ha aggiunto: "La riflessione che proveremo a proiettare nel pacchetto di sicurezza di settembre è che - anche se siamo un paese di grande accoglienza dovremmo fare uno sforzo aggiuntivo - per un certo tipo di casistica come quello di Rovereto - per trovare un equilibrio tra questi principi di accoglienza e le esigenze di sicurezza e di protezione di tutta la cittadinanza".
Il ministro dell'Interno ha ricordato che "abbiamo da rispettare le nostre grandi tradizioni di accoglienza, di integrazione, di tutela dei diritti umani e di salvaguardia della libertà personale". Ma tutto questo non può andare a discapito del decoro e della sicurezza nelle città. È necessario pertanto trovare un punto di incontro in tal senso, per questa ragione "dobbiamo fare uno sforzo aggiuntivo per garantire l'equilibrio tra queste tradizioni e l'esigenza di garantire la sicurezza e la protezione dei cittadini". Questo è un tema stringente e per questo motivo al ritorno dalle ferie si appronterà un nuovo pacchetto di misure in tal senso, "un intervento normativo che comprenderà diversi punti".
Nel corso dell'incontro, il ministro Piantedosi ha avuto anche modo di replicare a Roberto Saviano, sottolineando come nelle sue parole ci sia "una visione ideologica molto pregiudiziale. Noi abbiamo un apparato statale di ricerca e soccorso in mare che non ha da imparare nulla da nessuno, men che meno dalle navi private". Il ministro ha poi aggiunto: "Segnalo che nessuno ha allontanato le navi Ong da quel quadrante, ce ne sono cinque o sei che stanno sistematicamente circolando o pattugliando".
Ma sempre nel novero del tema migratorio, c'è stato spazio anche per il tema dei rimpatri: "Il sistema delle espulsioni, che anche l'Europa ci richiede, va sostenuto con procedure, regole e meccanismi ma anche con infrastrutture: il 53% degli irregolari che passano per i Cpr viene effettivamente rimpatriato, ed è ancora poco, contro il 2% di quelli che sono fuori".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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