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"L'unica cosa che mi spaventa? Deludere"

Dal reddito di cittadinanza alla crisi energetica, passando per la visione a lungo termine, Giorgia Meloni a 360 gradi a Porta a Porta

"L'unica cosa che mi spaventa è deludere". Meloni a testa alta traccia la rotta
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Dopo il rinvio della registrazione di Porta a Porta, Giorgia Meloni si è presentata nello studio di Bruno Vespa per la prima intervista televisiva. "Gli italiani non si aspettano miracoli. Io sono una patriota e intendo fare ciò che è giusto. Questa è la benzina più grande che possiamo dare a questa nazione. Una signora mi ha regalato un angelo, che io colleziono, e mi ha scritto: 'Volevo chiudere la mia attività, ora che tu sei a palazzo Chigi non la chiudo più'", ha detto il presidente del Consiglio durante l'intervista in Rai.

La visione politica del premier

Giorgia Meloni ha preso in mano l'Italia in uno dei momenti più delicati della sua storia ma nonostante questo non si è tirata indietro ed è decisa a perseguire il suo obiettivo, secondo un'agenda politica ben definita. "Non sono una persona che si spaventa, l'unica cosa che mi spaventa è deludere", ha detto il premier, che con il suo elettorato ha sempre avuto un rapporto diretto e leale, basato sulla coerenza. Ed è proprio la coerenza che l'ha portata a capo dell’esecutivo, grazie alla fiducia conquistata in tanti anni di opposizione dura ma orientata al bene del Paese.

Sul prossimo futuro, orientato al breve-medio termine da qui a cinque anni, Giorgia Meloni appare fiduciosa: "Mi aspetto un'Italia ottimista, che si fidi delle sue istituzioni, penso che noi abbiamo mille problemi ma poi guardi dati dell'economia e ti accorgi che nell'ultimo trimestre l'Italia è cresciuta di più". Quindi, aggiunge: "Quello che ci è mancato spesso è stato l'ottimismo, un po' di sano orgoglio figlio anche di una politica che mostrava di non fare cose per i consensi".

Il reddito di cittadinanza

Sono tante le polemiche sul reddito di cittadinanza che sono emerse in questi giorni, anche a seguito della riforma che introduce la sospensione al primo rifiuto da parte dei percettori. Si vorrebbe creare "un mondo perfetto dove tutti trovano il lavoro dei loro sogni ma se ti rifiuti di lavorare con lavoro dignitoso perché accetti solo il lavoro dei tuoi sogni non puoi pretendere che ti mantenga lo Stato con le tasse pagate da chi ha accettato un lavoro che spesso non era il lavoro dei sogni". E davanti alle strumentalizzazioni della sinistra, Giorgia Meloni ci ha tenuto a sottolineare che l reddito di cittadinanza resterà "per i non occupabili, per gli over 60 e per chi ha minori a carico".

Crisi migratoria

Il governo è impegnato sul fronte dei migranti per attuare una stretta che sia efficace e, parallelamente, sta lavorando a un piano sul lungo periodo. Sul braccio di ferro con la Francia di novembre, a Porta a Porta, Giorgia Meloni non si tira indietro e ammette: "Italia e Francia hanno avuto una frizione sul tema migratorio, che però io rivendico. Tutti quanti si sono resi conto che la reazione risentita dei francesi di fronte alla prima nave di una Ong mai sbarcata in Francia, con a bordo 230 persone, quando in Italia ne sono sbarcate 94mila da inizio anno, è in realtà la spia di un problema che io temevo e che ha avuto conferma".

Le partenze "vanno fermate. Bisogna difendere i confini esterni dell'Ue. Penso che dovremmo europeizzare quello che ha fatto la Spagna, che ha aperto consolati in Africa e valuta in Africa chi ha diritto ad essere rifugiato". Il premier ha anche sottolineato una differenza sostanziale che a sinistra colpevolmente omettono per questioni ideologiche: "n questi anni abbiamo confuso due materie che non c'entravano nulla l'una con l'altra, il tema dei profughi e quello dell'immigrazione. Abbiamo penalizzato chi voleva rispettare le regole e voleva lavorare qui".

E senza troppi giri di parole, il premier ha aggiunto: "Quelli che accogliamo noi sono, molto più banalmente, quelli che hanno i soldi da dare agli scafisti. Non credo che questo sia un modo intelligente di gestire il tema dei profughi e dell'immigrazione".

Crisi energetica

Il presidente del Consiglio ha affrontato il tema della crisi energetica, in particolare il raggiungimento del price cap: "Noi volevamo un price cap al prezzo del gas a 160 euro. L'Europa ha stabilito 180. Comunque, dopo avere deciso il price cap, oggi il prezzo del gas è a 96". Quindi mostrando un grafico ha parlato degli effetti dopo l'approvazione del tetto: "Il fatto che la Ue dica non accetteremo eccessivi rialzi ha un effetto calmierante, oggi abbiamo il prezzo del gas è sotto i 100". Per il premier, il "tetto al prezzo del gas è un'assicurazione contro le impennate della speculazione".

Il governo sta affrontando anche il tema delle rinnovabili, lanciando la proposta di una "borsa delle rinnovabili sganciata dal Ttf (il Title Transfer Facility, cioè il mercato di riferimento per lo scambio del gas naturale dell'Europa continentale, ndr). Noi dobbiamo diversificare".

Ma c'è anche l'hub energetico tra i temi affrontati dal governo Meloni, per diventare nei prossimi 5 anni un hub per l'intera Europa, sottolineando il valore "strategico e geopolitico di essere l'interfaccia di tutto il Mediterraneo e il Paese che controlla l'energia di tutta Europa".

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