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Riforma, Nordio tira dritto: "I limiti alle intercettazioni sono nella Costituzione"

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ad Agorà non lascia, anzi raddoppia

Riforma, Nordio tira dritto: "I limiti alle intercettazioni sono nella Costituzione"

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«Interverremo per attuare completamente l’articolo 15 della Costituzione che afferma la libertà e la segretezza delle conversazioni». Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ad Agorà non lascia, anzi raddoppia. «Dobbiamo tutelare dignità e libertà delle conversazioni senza compromettere le indagini». Chi pensava che gli attriti avrebbero rallentato l’iter della riforma si sbagliava. Mentre lo scontro su abuso d’ufficio, gip collegiale e inappellabilità va avanti, il ministro (ri)apre il filone intercettazioni, (vedi i trojan e i rischi di prove false che comportano). «È finito il bronx nella ricerca delle intercettazioni più gossippare», conferma il viceministro di Forza Italia Francesco Paolo Sisto.

Sono molte le voci di protesta delle toghe sulla bozza di riforma: «Non condizioniamo il Parlamento, ma interveniamo in maniera molto sobria», si difende a Tagadà il segretario di Md e pm a Reggio Calabria Stefano Musolino, che al Giornale aveva detto di essere d’accordo sulla stretta alle intercettazioni. Segno che dentro la magistratura e dentro le correnti le sensibilità sulla riforma sono molteplici. Anche per sintetizzare al meglio queste difformità il Csm ha già fatto capire che è pronto a dire la sua: «Stiamo lavorando a un parere nell’ambito dei rapporti di leale collaborazione istituzionale», fa sapere il vicepresidente Fabio Pinelli.

Il capitolo più lacerante è ancora l’abolizione dell’abuso d’ufficio: «Diremo alla Ue che il nostro codice sulla corruzione non ha pari», spiega il viceministro alla Giustizia Andrea Delmastro, che sottolinea: «La riforma non priva i magistrati di alcun potere d’indagine, ma conferisce diritti in più al cittadino presunto innocente». «L’abolizione lascia intollerabili e irragionevoli vuoti di tutela», è il commento di Gian Luigi Gatta, già consigliere giuridico dell’ex Guardasigilli Marta Cartabia. L’altro ex ministro della Giustizia Pd Andrea Orlando si sveglia: «Se l’Europa lo chiederà riscriveremo il reato, dice Nordio. «Non è garantismo ma una nuova puntata della lunga guerra della destra alla magistratura», twitta velenosamente il senatore Pd Dario Parrini. «Siamo disponibili a una riforma, l’abrogazione ci porterebbe a scontrarci con una direttiva europea su cui si sta lavorando, e rischierebbe di incorrere a quel punto in altre fattispecie di reato», sottolinea invece la leader Pd Elly Schlein. Durissimo il sostituto di Roma Paolo Ielo sul Domani: «È un via libera ai faccendieri».

Dopo l’allarme lanciato dal leader di Magistratura indipendente Angelo Piraino su gip collegiale e misure cautelari interviene anche Roberto Rossi, a capo della procura di Bari: «I t

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