Chaz Bojorquez, classe 1949. Natali losangiolini, origini messicane, capelli lunghi e la parlata colta di chi tanto ha studiato (arte europea, calligrafia cinese, filosofia). È venuto a Milano per dischiuderci un mondo: l'arte dei chicani, le gang ispaniche che vivono a Los Angeles. Da tempo si è immerso senza pregiudizi nel mondo dei graffiti facendone una forma d'arte raffinata (e con collezionisti famosi, come l'attore Nicholas Cage). Nello spazio espositivo di Matteo Donini, alla The Don Gallery (via Cola Montano 15, zona Isola), presenta ora una doppia personale insieme a Retna, giovane e quotato writer di Los Angeles. «Follow the line» (fino al 28 giugno) è il titolo di un'esposizione che propone opere dei due artisti e un lavoro a quattro mani eseguito per l'occasione su una delle pareti della galleria.
Bojorquez ha incontrato i primi graffiti nel suo quartiere ad appena sette anni: oggi spiega che i cholo (questo il nome dello stile grafico usato dai chicani) sono un'arte nata negli anni Quaranta a Los Angeles prima che i graffiti di New York diventassero di moda. «Sono il codice d'onore della gang che, scritto sui muri di confine di un quartiere, delimita gli spazi di appartenenza», afferma. Emblema dell'orgoglio chicano, «non sono graffiti individualisti come quelli di New York, ma fatti per rappresentare un gruppo e per essere compresi dai suoi membri».
Il «graffitaro» di Los Angeles che racconta la tribù ispanica
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