«Graffiti» sulla Moratti

Writer trasforma il sorriso del sindaco: foto in una mostra

Non so quali difetti avrà il prossimo sindaco di Milano: per il momento si parla solo di virtù. O meglio, delle qualità che i milanesi si aspettano abbia il nuovo amministratore. Io, ho sicuramente della Repubblica e il premier Romano Prodi che ieri hanno incontrato i commissari del Bie per la candidatura di Milano all’Expo 2015, si trasformerà in smorfia, non appena vedrà la tela incriminata. Due le spine nel fianco per il primo cittadino: non solo la mostra è sponsorizzata dallo stesso Comune che lei dirige, ma, e qui ancora una volta si mostra la schizofrenia conclamata di cui soffre Palazzo Marino, proprio lei, Letizia Moratti, è il sorridente testimonial della campagna I lav Milan, che prevede la cancellazione dei graffiti dai palazzi.
Non è la prima volta che accade: mentre il sindaco, armato di spazzolone e olio di gomito, ripulisce la città da tags e scarabocchi, il suo assessore, Sgarbi, battezza i writer artisti. Chi firmava, infatti, il murale a Dax cancellato dalle sponde della Darsena dall’assessore all’Arredo urbano Cadeo? Abominevole, che faceva bella mostra di sé a «Sweet art, street art», allestita nel marzo scorso al Pac e ai primi posti per numero di visitatori.
Chi firma lo scarabocchio sul sorriso del sindaco? Proprio Pao, il padre dei pinguini-panettoni che ogni cittadino ha sicuramente incontrato sul suo cammino per la città, messo sul podio come uno dei migliori street artist d’Italia nella mostra, a cura di Alessandro Riva, al Pac. E che compare tra i 148 artisti de «La nuova figurazione italiana», con cui la curatrice Chiara Canali vuole offrire una panoramica completa di tre generazioni di creativi. Ma Paolo Bordino, in arte o meglio «in strada» Pao, non è certo uno sprovveduto, ed è ben consapevole dell’affronto.
Tanto da farsi paladino del revanscismo dei writer meneghini bastonati dal Comune: «Ho messo insieme il manifesto elettorale del sindaco - spiega gongolando - e la sua campagna contro i graffiti.

In fondo anche i manifesti elettorali spesso sono inquinamento visivo, non credo ci sia qualcuno a cui piaccia vedere la città invasa, però, siccome pagano, nessuno si lamenta, invece i graffiti, che a volte sono inquinamento visivo ma spesso arte, vengono sempre criticati. Un’idea cui pensavo da tempo e che poi ho realizzato quasi ad hoc per questa mostra. Obiettivo, naturalmente, contrastare la campagna anti graffiti del Comune».

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