Il libro di Carlo Pelanda La grande alleanza (L' integrazione globale delle democrazie), Franco Angeli Editore, pag 180, euro 19, ha un titolo fascinoso: ricorda lalleanza tra Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione Sovietica della seconda guerra mondiale; il simbolo posto sul libro è ancora più significativo poiché sulla scritta pax mundi disegna laquila americana e le due aquile dellimpero romano doriente e doccidente. Lidea di integrazione delle democrazie ricorda in parte la coalizione dei volontari nella guerra irakena e lidea che motivò la coalizione. Ed è da questa che Pelanda assume lidea di una grande alleanza internazionale che deve comprendere Stati Uniti, Unione europea, Russia, India e Giappone. Il punto di inclusione è dato dalla democrazia, per questo lalleanza si può estendere ad altri paesi democratici in America e in Asia. Ma è importante quello che esclude, cioè la Cina e il mondo islamico. La designazione della differenza non è lindicazione di un nemico ma la differenza porta sempre con sé il contrasto. Perché è necessaria questa intesa sui fini politici dei paesi democratici? La prima ragione è che il paese che è stato il centro dellordine politico ed economico del mondo, gli Stati Uniti, non è più in grado di reggere un impegno mondiale: il mondo è diventato troppo grande e complesso per avere una sola guida. E perché i paesi democratici sono chiamati a tale scopo? Perché la democrazia è la sola garanzia che il processo di globalizzazione delleconomia mondiale sia sostenibile come quadro della sua stessa mondialità. Tale consenso non è ipotizzato da Pelanda come un accordo economico o militare, nemmeno con un grande mercato e non ha nemmeno per oggetto la diffusione della democrazia. Linteresse globale della grande alleanza è un consenso sul fatto che esiste un ordine mondiale e che i singoli paesi sono in principio cointeressati allo sviluppo degli altri. Occorre che la grande alleanza abbia un interesse forte e puro, se possiamo dire così, al mantenersi di un ordine mondiale economico e sociale come attualmente esiste. Ma cosa è la democrazia in senso occidentale? Essa è ovviamente qualcosa di più di un sistema elettorale, suppone un certo concetto delluomo come persona che non è patrimonio comune della cultura dei vari popoli ma uno specifico della cultura occidentale nata in Europa e in America. È interessante notare che gli esclusi comprendono la Cina e i paesi islamici perché le culture e le strutture politiche di fondo escludono la partecipazione ai valori che fondano la democrazia occidentale.
Lidea di Pelanda ha per sé una certa evidenza e una certa inevidenza. I ragionamenti che la fondano sono chiari e perspicui, si può persino dire che essi indicano una realtà necessaria nel senso che questa intesa delle potenze interessate allordine globale è già in atto. Ma come comparare lintegrazione delle democrazie alla organizzazione globale degli Stati: dalle Nazioni Unite allOrganizzazione mondiale per il commercio? La differenza esiste, ma esiste appunto in un quadro globale che comprende anche paesi come la Cina e i paesi islamici, anchessi disposti a vivere in un ordine globale ma essenzialmente intenti alla propria identità.
Il punto problematico è come conciliare la formalizzazione della differenza e vederla al tempo stesso come fondamento delluniversalità giuridica del mondo.
bagetbozzo@ragionpolitica.it
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.