Un grande amore nato all’università E un sogno: lei voleva fare l’attrice

da Roma

Ad annunciarlo, senza enfasi, con un filo di voce, è stato il fratello di Flaminia Giordani, Emiliano. «Abbiamo dato il consenso all’espianto degli organi», ha spiegato il ragazzo lasciando l’«Umberto I», il policlinico romano dove ieri mattina alle dieci il cuore di sua sorella ha cessato di battere.
Poche centinaia di metri più in là, l’incrocio maledetto tra viale Regina Margherita e via Nomentana. Quello dove lo scooter su cui viaggiavano Flaminia e il suo ragazzo, Alessio Giuliani, è stato speronato dalla Mercedes di Stefano Lucidi. I due ragazzi erano diretti a San Lorenzo, uno dei cuori della movida romana, per passare la serata insieme. Fidanzati da due anni, entrambi studenti di Economia, si erano conosciuti all’università ed erano diventati inseparabili.
Tra poche settimane sarebbero partiti insieme per la Sardegna, destinazione Porto Rotondo: mare, sole e un po’ di mondanità.
Flaminia era una bellissima ragazza, e si divertiva a giocare con il sogno di una carriera nello spettacolo. Una sua zia in lacrime ricorda le tante apparizioni da comparsa nei film girati per le strade di Roma, la lunga trafila di provini e concorsi. Ci sono ancora i suoi occhi sorridenti su internet, tra le foto delle finaliste della selezione romana per un concorso di bellezza, in t-shirt bianca e costume da bagno celeste. I flash però non l’avevano distratta dagli studi: la laurea era lì a un passo, per lei e per il suo fidanzato. Ma i suoi sogni, e quelli di Alessio, sono svaniti in una sera di primavera, nei pochi istanti di un botto insensato e crudele. «Hanno fatto un volo di 20 metri, il conducente di un’auto, un viceprefetto, si è fermato a soccorrerli. Si è prodigato in ogni modo», sospira il padre della ragazza, distrutto, scuotendo la testa.
E lì dove il carnefice dei due ragazzi nemmeno si è fermato ora restano solo i segni di gesso tracciati dalla municipale sull’asfalto. Piccoli cerchi bianchi per evidenziare scarpe, caschi, pezzi del motorino sparsi ovunque. E poi i fiori portati dagli amici, i messaggi («Ciao Chiotty»), le foto di Flaminia abbracciata al suo Alessio.
«Un ragazzo solare, legatissimo alla sua famiglia, tifoso sfegatato della Roma», lo ricorda la portiera del suo palazzo, in via Salaria. Figlio di medici, un fratello studente di architettura, anche lui vicino alla laurea, Alessio era un ragazzo tutto stadio e studio, che ai suoi cari non ha mai dato un pensiero. E poi c’era il suo amore, Flaminia.
Lei, che dopo lo schianto ha superato la notte, ha provato a resistere prima di raggiungerlo ancora.

Ed è a lei che una donna lascia una poesia, tra i fiori dei ragazzi amici della coppia: «Sei andata in cielo, ti ho preso la mano stanotte e ti ho pregata di essere forte, di non morire. Pregherò per te, piccolo angelo falciato da un pazzo assassino. Ho il cuore a pezzi».

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