Il grande bivio fra il privato e il pubblico

di Enrico Michetti

C on il termine trasporti oggi si possono considerare diversi ambiti che vanno dalla Tav allo scuolabus, dai taxi agli NCC (noleggio con conducente), dal trasporto pubblico locale agli aeroporti. Sulla Tav c'è poco da dire: è un'opera strategica, la cui fluidificazione, in gran parte pagata dall'Europa e dai francesi, risolverebbe un problema grave di sicurezza con riguardo all'ormai superato traforo del Frejus ed implementerebbe in maniera significativa il traffico passeggeri nonché la movimentazione merci su rotaia con pieno sollievo per l'ambiente e la sicurezza stradale.

Venendo invece all'annosa diatriba sul trasporto non di linea, l'attuale normativa, che ha un po' ridimensionato l'ingerenza dell'autonoleggio con conducente limitandone il raggio d'azione, non ha ottenuto gli effetti sperati, mantenendo inalterata la tensione tra le categorie.

Un'esperienza singolare è quella rappresentata dal TPL, ossia l'organizzazione dei trasporti all'interno di una realtà di bacino intercomunale. Un tempo nei piccoli paesi gli spostamenti erano garantiti dai torpedoni dei bus capienti in grado di trasportare persone e cose in abbondanza perché l'auto privata non era diffusa e quindi per andare a scuola, alle fiere, all'ospedale o per raggiungere il capoluogo si utilizzava quasi esclusivamente il servizio pubblico. La diffusione di massa dell'auto privata ha reso inutile l'inerpicarsi tra le strettoie di paesini sperduti di pullman da 56 posti per raccogliere magari un solo passeggero di tanto in tanto. Oggi i mezzi pubblici tradizionali percorrono le strade più grandi, mentre con il TPL nelle piccole località il servizio pubblico è addirittura più remunerativo se svolto con il taxi a chiamata. Nelle aree urbane invece, il servizio di linea resta prevalentemente quello garantito dai bus di taglio grande o mega sia su gomma che su ferro. I nuovi bandi prevedono sempre di più l'acquisto di vetture compatibili con le tutele ambientali, e tengono in grande attenzione sia la comodità che la sicurezza del passeggero all'interno e fuori del bus.

La grande questione ancora irrisolta è se tale servizio essenziale debba essere garantito principalmente dal pubblico o dal privato, stante la costante diminuzione dei finanziamenti statali e regionali. Il privato viaggia a costi inferiori e si muove con meno burocrazia, risultando preferibile nelle realtà di bacino in cui occorre un servizio più elastico.

Il pubblico ha dimostrato di poter garantire un buon servizio soprattutto nelle lunghe tratte, anche se la gestione monopolistica soprattutto nelle grandi città spesso si è rivelata un vero disastro. L'Atac di Roma docet.

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